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Passando innanzi ai portoni, la vedi sotto il velo d'acqua freschissima. Adagio: prima di mettere il subbuglio in qualche cuoricino. La vedi che ha gi

Egli vedevasi sempre dinanzi la superba immagine dell'almea col fucile in mano, come l'aveva veduta in mezzo alla pianura puntare calma e terribile il leone che volteggiavale d'intorno; parevagli di sentirsela ancora fra le braccia col capo appoggiato dolcemente al suo petto, trasportato sul dorso del veloce mahari coi capelli neri e profumati attorcigliati al collo; parevagli di ascoltare il debole suo respiro, il battere del suo cuoricino, il fremito delle sue membra, e provava emozioni violente, sconosciute, ignote, voluttuose, e sentivasi il sangue turbinare più rapido nelle vene, un fuoco strano accendersegli nel petto, fuoco che mettevagli la febbre indosso, fuoco che prendeva proporzioni gigantesche, che divorava e la memoria di Elenka e quella di Notis.

A dirla schietta, non ci voleva poi gran che per diventare l'idolo della Milla. Il suo cuoricino di bimba aveva un grande bisogno di voler bene.

Ma! milord in cioccolatte sclamò Fernandina. Un maiale! disse Morella. Vivo. Pelato come un uovo, in camicia da notte, porgente un viglietto profumato da una zampa, nel quale milord aveva scritto: «Eccomi qui, sotto una forma che deve piacervi. Amatemi, mio cuoricino. Arturo.» E che fece Ines? sclamarono le due donzelle ad un tempo.

In tutta la notte l'anellino e le giarrettiere le aveano parlato all'orecchio. S'accostò alla finestra e si mise ad ammirare i regalucci, stropicciando una cocca del grembiale sull'anello lucente. Bello, bello! faceva donna Bettina, di sulle spalle della figliuola. Chiarinella stese la mano, staccò la piccola calza dalla spalliera del letto e vi guardò entro. Il suo cuoricino batteva forte.

Cecchina, che lo aveva nel suo calendario assai più del conte Alerami, quantunque da lunga pezza il giovine non le facesse più sdrucciolare gli scudi nella tasca del grembiale, si sentì stringere il suo cuoricino da cameriera, e rimase turbata innanzi a lui, senza trovare una parola da dirgli. È in casa la contessa? chiese Salvani. No.... .... cioè.... rispose impacciata la cameriera.

«Il racconto è dedicato ad una bambina, la figlia dell'autore, il quale con una prefazione, che è una vera gemma, la affida a lei, rivolgendole fra le altre queste delicate parole: «O piccola fata, lascia che, come segue la fortuna, preceda queste pagine, nel mio pensiero l'immagine tua... Quando i tuoi labbrucci si schiudono verso di noi e il lieve sospiro del tuo cuoricino si confonde col nostro, non ti dice, Lina, quella gara di baci qual vuoto crudele la tua presenza ha colmato

Francesco Bianca Francesco Raccontatemi tutto quello che è avvenuto in poche ore nel vostro cuoricino. Durante il viaggio, voi volevate vincere, volevate soffocare, non è vero?, quel non so che, dal quale vi sentivate presa per la mia persona. Bianca Sicuro! Francesco Ma era destino! Nel momento di separarci, io vi ho data la mia carta, col mio indirizzo.... Bianca