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Non c'era pubblico punto, tranne un piccolo spazzacamino che s'era fatta una pallottola di neve e la divorava, con un appetito eccellente, tal e quale come fosse una fetta di polenta abbrustolita, guardando con gli occhi imbambolati il pagliaccio vestito in quel modo così buffo e aspettando che dèsse principio alla rappresentazione.

E gli prese in quel punto una maledetta voglia di buttarsi al pettorale del palafreno, di rovesciare il cavaliere e di finirlo d'un colpo. La via era stretta, e, per andar oltre, con quell'intoppo dei due sopraggiunti, a messer Pietro convenne di spronare il cavallo e farsi innanzi da solo. Il Bardineto lo divorava degli occhi.

Marta pensava che Alberto era finalmente nelle sue mani, e se lo divorava con gli occhi, mentre egli appendeva tranquillamente il cappello. Visto così, di dietro, la sua nuca aveva una seduzione particolare, colle orecchie morbide bene attaccate, i muscoli solidi; la guancia offriva per tre quarti una linea pastosa, appena adombrata dalla lanuggine, che attirava i baci.

L'impazienza mi divorava; un'ansia acuta mi pungeva, quasi che io andassi in contro a straordinarie novit

Di mano in mano che Cardello, preso animo, gli raccontava un po' confusamente quel che aveva operato, il Piemontese se lo divorava con gli occhi, ne approvava con la testa ogni parola, sollecitandolo, col gesto, di andare avanti, di andare avanti.... Quel che più gl'interessava di sapere era il mezzo con cui Cardello aveva ottenuto quello splendore di cristallizzazione....

Quest'atteggiamento, questa sola parola profferita di accento pietosamente solenne e profondo, tutto rivelano a Guiberto. E leggendo altresì negli occhi di Alberada l'ansia paurosa che la divorava, e nel sembiante abbattuto di Boemondo, vergognoso dell'onta del padre suo, tutta l'urgenza, tutta l'estensione della cosa, alza il pugno armato della manopola di ferro onde percuotere l'abate sul calvo capo. Poi tutto ad un tratto rist

Ella si trascinava carponi dietro a lui, supplicandolo ad ascoltarla: il rimorso la divorava, così diceva, le urgeva da lui un consiglio.

Natale la lasciò dire senza nemmeno maravigliarsi. La Lena seduta a due passi divorava tranquilla la sua scodella di polenta con latte guardando il padre con occhio indifferente. Egli si levò e scese piano piano al villaggio. Per strada, di quando in quando sostava come oppresso da stanchezza, guardava intorno i prati verdi, crollando la testa e mormorando: È finita! È finita!

La principessa andava da un quadro all'altro, osservava, criticava con vero acume, specialmente lodava; rideva ella stessa delle sottili malizie, che metteva in certi giudizi, e che si riferivano a segreti della bellezza femminile. Il pittore la divorava con gli sguardi; indovinava le forme elette, che ella non nascondeva molto, per la stessa foggia d'abiti, sempre da lei prediletti a tale scopo.

Nondimeno, per levarmi d'imbarazzo, mi fece parecchie domande intorno alle mie impressioni di Parigi, all'Esposizione, all'Italia; domande che, invece di togliermi d'imbarazzo, mi ci avrebbero messo fino agli occhi, se non mi fossi accorto che, da osservatore fine degli uomini, egli badava assai più alla viva commozione che trapelava dalla mia voce incerta, dalle mie risposte monosillabiche e dal mio sguardo fisso che io divorava, che non al senso di quello che io dicevo.