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E ti ho dato il balsamo arcano di tutta la mia anima di fanciulla. Tu l'hai bevuta nelle mie carezze. Nessuno conosce la mia anima come tu la conosci; e da allora non si è mutata più.... Bruno le prese le mani e le baciò dentro il palmo, a occhi chiusi. Come tu sai essere forte! egli osservò. Tu sai parlare: io non posso.... È vero! disse Nicla. Sei più fredda di me! rispose Bruno.

Ha voluto che pensassi sempre a lei! diceva la povera contadina con quel senso arcano d'intima poesia che la distingueva. Avrebbe voluto morire, perchè si rodeva di non poter lavorare come prima, rendersi utile in alcun modo.

Se il robusto voler che l'alma eleva Sentiamo sol per un fugace istante, Se manca al povero Turbato spirto una possente leva, Al nostro core un palpito costante, Troviamo almeno in tanto male istesso Forme novelle all'arte imperitura, Cantiam l'angoscia Del morbo arcano ond'è lo spirto oppresso E i dolor vani aggiunti alla natura.

A qual sentimento obbediva in quel punto la mano di Spinello Spinelli? Operava egli con piena coscienza di , o non faceva che seguire un impulso arcano e fatale? Certo, se egli vedeva nelle sembianze di madonna Fiordalisa il colmo della bellezza umana, si poteva credere che, dovendo egli esprimere alcun che di perfetto, fosse tratto naturalmente ad effigiare l'immagine della sua povera estinta.

Mette paura a chi la guarda fisa, ha tutti i segni di morte compiuti. Fu tratta dal calesse e posta a letto: si fe' palese un mal grave di petto. I medici alla cura sono molti e la dánno sfidata della vita; alcuni però d'essi stan raccolti con speranza in arcano ermafrodita, perché in error non voglion esser còlti, sia o non sia per la dama finita.

Sorrise graziosamente, rinnovò la dolce espressione degli occhi, e mi disse: Come siete esperto nella conoscenza del linguaggio arcano dell'anima!... lo avete dunque studiato lungamente?... Domanda insidiosa!... io soggiunsi. Risponderò sinceramente a suo tempo, ma ora m'interessa di più conchiudere la quistione che mi tiene sospeso tra la vita e la morte.

Pierio, quasi colpito da arcano fulmine, cadde sul suolo, ma poco dopo si rizzò e gettandosi tutto doloroso sul cataletto: A che mi giova urlò essere libero? Pierio! Oh madre, oh madre!... la sventura t'ha uccisa! Pierio disse allora Giaimo Pierio, è Tecla che te lo comanda per me... giacchè sei, sta libero... salvati... piglia le montagne...

E il mio mantel sdruscito Val le toghe di porpora e di bisso Del popolo quirito!!! Cesare, Carlomagno e Bonaparte Ove siete?... Ove siete?... I volti smorti Spingete, o spettri, sovra queste carte.... Datemi voi l'accento arcano, il verso, Ond'io possa descrivere l'abisso Su cui sta l'Universo!

Il signor Galli, l'avventore domenicale del Trenk, il grave procuratore della banca Kloss, subiva fortemente il fascino della "gran signora" il fascino di quel lusso elegante, squisito, il fascino di quella bellezza, che per un senso intimo, arcano di pudore, egli non aveva mai osato di constatare seco stesso, limitandosi a dire: Dolce, affabile, buona..., ma non mai bella: dicendolo avrebbe arrossito.

Benvenuto, ella mormorava, benvenuto l'amico segreto del mio cuore; vieni, io sono fresca, e tempero l'arsura nelle membra febbrili; vieni, io ti darò a bere l'acqua gelida, che non si attinge a fontane terrestri; l'acqua di Lete, che procura l'oblìo. Se vorrai dormire io ti apparecchierò in questi miei umori un letto di aliche molle così, da infondere sonno nei corpi che non conoscono più riposo; qui nel profondo tu albergherai in palazzi di carbonchio incrostati di zaffiri; sotto la volta delle acque non morde aura ghiacciata di verno, non affanna l'ardente Sirio; quaggiù viviamo dilettate porgendo le orecchie allo arcano mormorio che muove dalle cose, le quali si formano e si disformano perpetuamente nelle viscere del mondo. Noi, se ti piace, o diletto, spazieremo seduti sopra la schiena dei delfini per la superficie delle acque, o inseguiremo negli antri profondi i pesci che fuggono, e gli altri che si difendono combattendo con la spada, o con la sega; io t'insegnerò a radere con la punta estrema dei piedi il fiore dell'onda, e a palpitare di volutt