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Aggiornato: 6 giugno 2025


Nella quattordicesima satira Giovenale si lagna della superstizione che spingeva i Romani ad accostarsi al giudaismo: Quidam sortiti metuentem sabbata patrem, Nil praeter nubes et coeli numen adorant, Nec distare putant humana carne suillam Qua pater abstinuit; mox et praeputia ponunt: Romanos autem soliti contemnere leges, Judaicum ediscunt, et servant ac metuunt ius, Tradidit arcano quodcumque volumine Moses.

Padre mio! esclamò il Collini, più maravigliato che mai. Questi dubbi in una mente così salda come la vostra?... Oh, lo so anch'io quel che s'ha a credere! rispose Bonaventura. Appartengo ad un sodalizio che ha, si può dire, ereditato il grande arcano dei sacerdoti d'Iside. Altro è quello che s'ha da insegnare alle moltitudini; altro è quello che s'ha da pensare.

Poco dopo Raimondo mi afferrò le mani, levò gli occhi al cielo, e mi disse con un accento singolare di selvaggia esultanza: Amico mio, amico mio, non ti pare che la natura susurri il suo arcano linguaggio per noi soli? Io mi sento leggiero vorrei salire in alto.... in alto, inseguire quella nuvola.

Arcano impasto di gagliardia e di debolezza, le sue guancie conoscevano il rossore della vergine, i suoi occhi avevano i lampi della collera. A quel subitaneo e risoluto drizzarsi della sua testa orgogliosa, a quel guardarmi in volto fisso, alla frequente ansia del suo petto, mi si rivelò tutta la selvaggia natura di quell'anima di fuoco.

Voi venite per perdermi... andate via, vi comando, vi prego... in nome di Dio, andate via... no, accostatevi, che forse potrò vincere anche voi... Rinaldo, muoviti; egli è un grande arcano la morte! potessi dirti la millesima parte di quello che sento, di quello che vedo.... alza gli occhi, non contempli la gloria del cielo?» «Io non vedo che il soffitto

Amanti orbati dalla fredda morte, Spirti legati da dure ritorte, Voi cui miseria ogni desire vieta, O passeggieri per la vita vuota, Poeti oscuri! A voi sale la nota Del canto arcano che il mister susurra, Ed in voi soli sta l'eterno tema Che protesta fatal, vago poema S'erge alla sorda vasta vôlta azzurra.

I due giovani, nei primi incontri, non avevano sentito il sussulto arcano, il turbamento foriero delle grandi passioni. Niente affatto. Sandrino entrava in palazzo quasi ogni sera, per lo più con don Vincenzo, e si fermava nel tinello colle cameriere che lavoravano in bianco, col Castaldo, e col vecchio Ambrogio. La sala dove stavano le padrone era vicina al tinello, tanto che sovente ivi giungevano le voci dell'allegra brigata e allora molte volte, quando si udiva anche la voce di Sandrino, Lalla e Maria, colla famigliarit

Rimase stranamente perplesso per un minuto; ascoltando la voce di Milla, udendo quella sua frase gentile: «e anche a me, sai, farebbe tanto piacereebbe la coscienza d'un potere arcano che lo attirava invincibilmente. Si fece triste, e guardò a lungo, con una espressione quasi smarrita, i fiori variopinti del tappeto. Poi alzò gli occhi e, di sfuggita, guardò lei.

La invoglia forse desìo del mormorare delle acque, che per la notte sembra un pianto arcano sopra le miserie degli uomini, ora soltanto felici ora perchè in balìa del sonno fratello della morte? Ma le acque flagellate dalla sferza del vento si arricciano come le vipere della testa di Medusa.

Quel giovine animoso che poco dianzi stava per afferrare una pistola e voltarne la canna omicida alle tempie, era investito da un arcano terrore alla vista di quel libro chiuso. Ardimentoso al cospetto della morte che aveva meditata, che egli cercava, si sentiva debole, inerme, contro l'ignoto, che inatteso era venuto a cercarlo.

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