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Aggiornato: 16 giugno 2025
Suor Maria uscì subito in carrozza per condurre il fanciullo al suo vecchio parente; ma Carlo era fuggito, e quando la suora tornò all'ospedale con quella nuova disperante, Andrea era morto. Meglio così! sospirò la monaca. Dio gli ha risparmiato l'ultimo dolore.
Dacchè era giunta a Firenze, Antonietta, che aveva preso dimora ad un piano della stessa casa in cui abitava il Brinda, non era mai uscita, se non per recarsi all'Ospedale a domandar nuove de' suoi vecchi. Un giorno aveva voluto rivedere la sua casupola in via degli Amieri, ma non le era bastato l'animo di rimanervi a lungo.
Ora Melodia, sentendo parlare di morte, interviene dominando la conversazione: In guerra, non ebbi mai la paura di morire. Son sicuro che non l'avrò neanche nella prossima battaglia. Però, la conosco... La provai lontano dal fronte, in condizioni veramente eccezionali. Ero all'ospedale di Torino, un anno fa, per la mia ferita. Gi
Infatti la lettera avvertiva la contessa Orsolina che la mamma dell'Agnese era stata ricoverata all'Ospedale, ridotta in fin di vita dalla pellagra. La Contessa avea dato il doloroso annunzio alla bambinaia senza preamboli e traendone anzi argomento per un nuovo predicozzo: «Imparate a far la cattiva. E' un castigo che vi manda il Signore. In quanto a me», e si rizzava impettita, con una grand'aria di magnanimit
Una sera, lo chiamano all'ospedale, per curare un povero muratore, al quale un'asta di ferro era penetrata nella spalla, quasi passandolo da parte a parte. Il dottor Gemelli esamina la mostruosa ferita, poi dice al malato: Fate veder la lingua. Il malato mostra la lingua. Il dottore, pensando a Dio sa che cosa, soggiunge macchinalmente: Nella vostra famiglia.... andate soggetti a queste malattie?
Ma no! sento solo le mie melanconiche fantasticaggini artistiche! Sento solo l'armonia del mio dolce passato! Ho sofferto, e i miei dolori non sono troppo preziosi, per mutarli nelle gioie banali di vita solita. Oggi mi sentii poeta. Meditai una poesia, I morti, i morti all'ospedale e i morti in battaglia i morti d'amore i morti in campagna.... Lessi i ricordi della vita di Settembrini.
Tutta gente infame e malefica! E vostra madre? Non vi sorvegliava mai, vostra madre? Non badava mai a voi? Era morta all'ospedale. Non vi preoccupate di quello che dico. Non ne vale la pena. Ma io non capisco... Fammi capire... Fammi capire... Sonia Zarowska! (turbandosi, levandosi) Si chiede di voi. Mi si trover
Aggiunsi che s'era ammalata gravemente, molto gravemente, che l'avevano portata all'ospedale. E lui, duro come un muro, ed egualmente freddo. Forse era soggezione, forse quello stupido amor proprio della gente rozza, di non lasciar scorgere la commozione che considerano come una debolezza. Allora presi coraggio e gli annunciai tutta la disgrazia.
Anche per il povero Quintino, la vita ebbe finalmente un sorriso.... e lo ebbe allora che si svegliava così malconcio all'ospedale!... Gli pareva che il suo male fosse stato il suo bene. La testa gli doleva, nel petto sentiva di tratto in tratto delle fitte acutissime, ma la febbre gli recava, coi suoi turbamenti, anche le sue leggiadre visioni.
La sera del 1° luglio, come era stato convenuto, essa aveva seguitato Antonietta, il Brinda e Roberto all'Ospedale dei Pazzi.
Parola Del Giorno
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