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Aggiornato: 27 maggio 2025
La galera abbandonata empivasi d'acqua per cento fessure; la gente, per quanto sforzo vi avesse adoperato, non sarebbe venuta a capo di salvarla; non potendo soccorrerla, fu sentita gorgogliare, come cosa che s'empia, dipoi barcollò un momento, e si sommerse: i flutti che si erano aperti per accoglierla nel profondo, si riunirono mormorando: ella affondò non altramente che piombo in acque grosse.¹ Ogni cosa scomparve: valoroso e codardo, giusto e colpevole; la gloria dell'oceano prevalse nel fremito della vittoria.
Veramente addolorata tornò in casa e andò nella sua camera per cercarvi riposo; si affondò nella grande seggiola a bracciuoli, la testa nelle mani, i gomiti sulle ginocchia, piangente e fantasticante. Ma la penombra della camera le accrebbe i tormenti del cuore e sorse tosto per cercar della luce.
Lentamente l'Ercolano si riaddossò ai cuscini e vi affondò il capo. Sulla sua pallida faccia passò un'ombra di tedio e di stanchezza. Dunque si resta intese disse la suora Domani non si va via. E le porterò le ciliege, domani. La rossa aveva chiuso gli occhi. Pareva assopita. La suora si chinò sopra di lei e le mormorò: Arrivederci, non è vero? Arrivederci... balbettò la convalescente.
Dunque? chiese la voce fresca e nitida della donna. Oh Gwendaline.... egli mormorò diventando più pallido ancora, non reggendo a sostenere lo sguardo di quei glaciali occhi azzurri. Ella si sdraiò, tutta bianca, in un divano di riposo bianco, coperto di cuscini di seta bianca così molli che vi affondò.
Io ero ben gagliardo allora, e le mie braccia e tutto il mio essere si affondò in quella profumata tenerezza bianca della Polonia. La sentii più tardi mezza dormiente sussurrare alle mie orecchie: Da quanto tempo ti aspettavo bell'italiano! E la mattina mi diceva quasi piangendo: Mon Dieu, come mi potevo difendere?
Afferro la criniera sferzante delle tue onde per cavalcare nuda la loro groppa veemente, fiutando a polmoni aperti un acido e melato odor di velli fermentanti di bionde putredini al sole!... Mi tuffo a mani giunte, e affondo, agitando le braccia, nella mollezza diafana del tuo seno che ondeggia, per cercare il tuo sangue più fresco nelle verdi tue viscere profonde...
Orazio cantò molti forti essere vissuti avanti Agamennone; questo è vero, come altresì vissero anime elette e grandi innanzi di Lino, e di Orfeo; di loro non avanza memoria, anco il nome rimase sommerso, e tuttavia quanta costanza mirabile, e trovati d'ingegno eccellente, ed opere egregie, dolori, affetti, sventure, e tutto affondò nel mare del tempo!
L'agente di cambio uscì frettoloso, e Gustavo, rimasto solo nello studiolo, si affondò nelle sue meditazioni, o per meglio dire nelle sue allucinazioni delle chimere che perseguiva colla mente eccitata, sognando gi
Esitai un istante; e poi volli domandarle, alludendo al dialogo avvenuto una sera sotto gli olmi: Hai pregato Iddio? La voce mi tremava forte. E chiuse gli occhi, e si voltò sul fianco, affondò la testa nel guanciale, si ritrasse, si ristrinse in sé stessa sotto le coperte, come presa da un gran freddo. Verso sera andai a rivedere Raimondo. Lo trovai su le braccia di mia madre.
Morto in breve Ragimberto, Ariberto II suo figliuolo vinse ed uccise Liutberto, e cosí regnò, pio, limosiniero anche esso; finché sceso contro di lui ed aiutato dai bavari Ansprando tutor giá di Liutberto, combatterono i due presso a Pavia; e vincitor prima, vinto poi Ariberto, affondò, fuggendo, in Ticino.
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