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Il vento che passa per le fessure delle imposte, che s'ingolfa pei corridoi, ha dei suoni gravi e lunghi come quelli dell'organo. Che vista! Nella notte profonda, le immense finestre della cupola si disegnano vivamente illuminate. La luce non è eguale, ma vacillante come se delle grandi ombre errassero tutt'intorno. Quale cerimonia si celebra a quest'ora nella chiesa?... La chiesa è vuota.

Di sotto al capo mio son li altri tratti che precedetter me simoneggiando, per le fessure de la pietra piatti. L

Di sotto al capo mio son li altri tratti che precedetter me simoneggiando, per le fessure de la pietra piatti. L

Ci coprimmo bene prima di entrare. Le guide ci avevano preceduto colle torce accese, e le leggiere nuvole di fumo che salivano su dalle fessure della parete esterna ci avvertirono che esse erano gi

Non fu che dopo una buona ora di continua corsa che giunse nella gran piazza del Mercato, tutta cinta di capanne e di capannuccie e di piccoli recinti destinati a ricevere i cammelli delle carovane. Al livido chiaror di un lampo scorse il tugul che cercava, dalle cui fessure trapelavano dei raggi di luce. In pochi salti lo raggiunse, applicando, alla porta semi-sgangherata, un formidabile pugno.

Secondo che scrive Pronapide nel suo Protocosmo, Acheronte è un fiume infernale, il quale dice che in una spelunca, la quale è nell'isola di Creti, nacque della prima Cerere figliuola di Celio; e, vergognandosi di venire in publico, per certe fessure della terra se ne discese in inferno.

Di sotto al capo mio son li altri tratti che precedetter me simoneggiando, per le fessure de la pietra piatti. La` giu` caschero` io altresi` quando verra` colui ch'i' credea che tu fossi allor ch'i' feci 'l subito dimando.

D'un tratto parvemi che si soffocasse, in quell'aria chiusa e pesante. Balzai in piedi e volli aprir la finestra. Ma il vento irruppe, furibondo. Sollevò alte le tende, agitò e sconvolse le fiammelle delle candele, fischiò attraverso le fessure dell'uscio, e versò dentro un torrente di pioggia. Maledizione! Richiusi dispettosamente, e chiamai Giuseppe, e ordinai il soprabito per uscire.

La pioggia andava a poco a poco decrescendo, ma il vento continuava a soffiare con estrema violenza, ingolfandosi con mille gemiti attraverso le fessure dei tugul e contorcendo i rami degli alberi e le grandi foglie delle palme e dei banani. Le vie erano ancora deserte, ma non dovevano tardare a popolarsi. Gi

Il vento crebbe. Quantunque le porte fossero chiuse ermeticamente, esso riusciva ad aprirsi l'adito anche tra le minime fessure e precipitarsi nella bottega con rabbia, così che la fiamma ne tremolava tutta. Dal di fuori poi giungeva un sinistro brontolìo di voci e un fremere di pini secchi, come se le rupi si lamentassero o scrosciassero insieme tre o quattro torrenti. I montanari vi sono abitu