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Aggiornato: 10 ottobre 2025


Che conciliaboli avete? dimandò la signora Susanna. Nulla, nulla rispose con fretta affannosa Diana Varedo. Sono io che non mi sentivo... che non mi sento bene... Anzi, Alberto, te ne prego, fammi avere un bicchier d'acqua. S'era un pretesto, non poteva esservene alcuno che avesse maggiore apparenza di verit

Affannosa ascensione su, su, di angoscia in angoscia fino al delirante singhiozzo amaro, fino allo straripamento delle lagrime più dolci, nel lago altissimo di quell'amore in cui vorrei annegarmi, annegarmi annegarmi!

Lalla si confessò, ricevette l'Eucaristia... ma rimase inquieta, affannosa, e domandò che il prete non uscisse dalla camera. Lo voleva , sempre vicino, per poterlo chiamare ancora prima di morire. E ci fu un istante in cui forse ancora si poteva sperare.

Rosina!... Mad. (accorgendosi della mancanza della figlia con affannosa ansiet

«Potevano uccidermi, ma la morte parve poco ai feroci: eserciti prima la sua tirannide l'angoscia del corpo, la eserciti più affannosa l'angoscia dello spirito, si uniscano le angoscie delle quali mi circondò la Natura a quelle che mi hanno apportato i miei simili, e trionfino... a poco a poco però, non sia trafugato un atomo a quello che devo soffrire; ogni trafitta abbia il suo grido, non si confondano, stieno distinte, ogni puntura il suo spasimo, muoriamo intera la morte... questo è veramente da uomini

L'Asino assetato bevve avidamente fino all'ultima stilla l'acqua raccolta nella pila, e la luna scomparve. Allora Giannicchio, preso da maraviglia e da spavento, si dette a gridare che Marco aveva bevuto la luna. Tale era Giannicchio. O cari! o desiderati! esclamava la buona Verdiana, e si affrettava affannosa verso l'Asino e il Curato.

I doppieri della stanza tutti ad un punto si spensero: ella nondimeno avanzò; e sebbene acute strida la percotessero, avvisandosi di quello che era, senza turbarsi disse alle circostanti: «È qui la mia figlia YoleMatelda, riconosciuta la voce, rispose tutta affannosa: «Santa Oliva di Palermo! siete voi, Regina? Voi ci avete fatto la più grande paura che mai sia stata al mondo

Lancio un raggio di sol negli angiporti, Reco il vivo color de la salute Ai volti de’ tuoi bimbi esili e smorti; Un profumo di fieno, Un cinguettìo di rondini sperdute Nel meriggio sereno. E a la folla che intorno mi respira, In giacchetta, in gonnella, in cenci, in guanti, Che m’urta, che m’assorda, che m’attira, Che passa e non mi guarda, Che si rinnova per le vie sonanti, Affannosa, gagliarda,

«Con me! a perigliare in mezzo delle armi, tra la rabbia di soldati inferociti, tra il tumulto delle battaglie, tra le morti... la fuga?» e questa parola gli fu come spinta alla bocca, e volendola ritenere gli morì su le labbra. «Staremo noi dunque lontani dal tuo aspetto a inaridirci nella incertezza più affannosa della stessa sventura, a morire di dolore? Chi fia, che ti consoli senza di me?

Messer Fredi poi non reggeva allo strazio. Animoso quanto cavaliere potesse mai, pure, ogni volta che a lei s’appressava, non v’era modo che frenasse le lacrime. Frattanto Selvaggia aveva passata la notte anche più affannosa. A Lauretta, che non l’aveva lasciata un istante, era parso di scorgere un notevole peggioramento.

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