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Ecco: Rosanna era , accanto a lui, sola con lui nella carrozza lanciata attraverso lo spazio, ma egli sentiva di non averla per . Ella diceva, tranquillamente: Che cosa pretendevi? Volevi che non mi occupassi di mio marito per badare a te? Volevi che mi sottraessi al suo abbraccio, ai suoi baci, che non li ricambiassi? Per qual motivo? Con quale pretesto?

La villa è assolutamente deserta. Il giardiniere è in fondo al bosco. Nella camera da letto della marchesa, colla mia disinvoltura di guerra io abbraccio e svesto Maria. E' convulsa di desiderio, scossa da brividi felici, allegrissima, pur dichiarandomi insistentemente che è stanca di vivere.

93 Venne Rinaldo a Montalbano, e quivi madre, moglie abbracciò, figli e fratelli, e i cugini che dianzi eran captivi; e parve, quando egli arrivò tra quelli, dopo gran fame irondine ch'arrivi col cibo in bocca ai pargoletti augelli. E poi ch'un giorno vi fu stato o dui, partissi, e fe' partire altri con lui.

Signori, dice modestamente il mio avversario agli astanti di prima fila, dopo avermi dato, a maschere levate, un abbraccio fraterno, il nostro poeta è di prima forza; non lo sapevano? Bisognerebbe ancora vederlo alla sciabola. , , un assalto di sciabola; si grida. Non gi

Il libro è piccolo di mole, ma grande per le memorie che suscita, per le simpatie che inspira, pei ricordi che evoca. Alla narrazione appassionata di Ernesto Pozzi, l'arte ha voluto aggiungere, colla patriottica matita di Sebastiano De Albertis, l'Orazio Vernet della nuova Italia, una nota calda e generosa. La penna, il pennello e la spada si sono stretti in un abbraccio ineffabile. Il volontario di Milazzo, di Mentana e di Digione ha scritto. Il soldato delle Cinque Giornate, della campagna 1848, di Varese, S. Fermo, 1859, e di Bezzecca nel 1866, ha disegnato. Due generazioni si sono alleate per questo volumetto, che a noi, sul tramonto, rammenta un'ora entusiastica della giovinezza perduta, e che ai venturi, pei quali la storia d'Italia sar

Guardami, Fulvia, guardami negli occhi, e vedi se non ti adoro... e poiché ella taceva e non lo guardava ancora, le si precipitò ai piedi e le abbracciò le ginocchia: Via... non far così: Fulvia, guardami!... La donna ebbe a queste parole un lieve sorriso di compiacenza forzata, e gli porse la mano per sollevarlo: egli si alzò e sedette ancor tremante presso di lei, sul lettuccio.

La nostra aquiletta si fa dolce e buona come una colomba. E quanto bene mi vuole, padre! Mi chiama con certi nomi che io non avrei mai immaginato di poter dire a lei. E questa notte in sogno mi abbracciò stretta stretta! Come erano profondi e caldi i suoi baci! Io non mi mossi per non svegliarla.

Alzò la testa, abbracciò collo sguardo il prospetto della Piazzetta, il Palazzo ducale, le due colonne del leone e di San Teodoro, la laguna, le barche, l’isoletta di San Giorgio, tutto immerso in un lago di luce abbagliante.

DOTTORE. Carissimi figliuoli, se conosco l'uno e l'altro di giudicio pieno e vivace, vi conosco in questo principalmente che cosí bene ambo insieme accoppiati vi siete: onde io non son d'altra volontá che voi medesimi, ed io ho impetrato da vostro padre licenza d'ammogliarvi amboduo insieme: però abbraccio e bacio amboduo come miei carissimi figliuoli.

Si ricambiarono poche parole. Ariberti si avvide al solo atteggiamento del volto paterno, che non era il caso di chiedere un abbraccio, e avvilito e confuso come un cane bastonato, accompagnò il muto genitore al suo quartierino di piazza Vittorio.