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Aggiornato: 27 maggio 2025


Il signor Daniele rabbrividì: se glielo ammazzavano il suo figliuolo? Lo abbracciò strettamente, lo accarezzò, e gli disse sottovoce, baciandolo sui capelli: Dovevi pensare anche a me, e non soltanto a lei. A lei?... A chi? Ho capito subito; ho capito tutto. Ti compatisco, ti compiango; ma non dovevi pensare soltanto a lei, dovevi pensare anche a me.

Secondo Lui l'alternarsi di varii lavori costituiva un riposo. Che ne dite, lettori, di questa saggia filosofia? Emilio Rey abbracciò la professione che lo rese celebre per spontanea vocazione. Egli non apprese ad essere guida cacciando il camoscio o sotto l'altrui scorta, ma di propria e volontaria iniziativa.

Finalmente mi stese la mano, abbracciò suo fratello, e poi andava per la camera fregandosi le mani, borbottandosi tutto accigliato, ma con un accento di soddisfazione profonda: siamo tre galantuomini, siamo tre galantuomini.

Cara, io so quanto ti affanni il ricordo di tutto ciò che soffersi, amando te, per la tua resistenza, e ascolterò anche adesso il tuo «no, no» come quando me lo dicevi stringendoti a me in un abbraccio angoscioso; non descriverò quei momenti. Ell'aveva lasciato una lettera per me.

«Dio mio, come mi batte il cuore pensando che lo sarai! Ti abbraccio, mi stringo a te nel pensiero, ti amo tanto e sono tanto felice che ne soffro.» «5 luglio. «È l'alba e io scrivo presso la finestra aperta, per aver luce. Non ho potuto dormire, ma ho riposato e l'aria così pura e fresca mi ristora, mi d

Salvatevi, fuggite, se potete, ma non fate uso di quel passaporto: quello è il segnale per farvi arrestare, per portar via i vostri figli. Ah! gridò Lucia, correndo a raccogliere i suoi figliuoli in un gruppo, che abbracciò in ginocchio. E lei me l'ha portato! disse poscia verso don Omobono. Fui costretto! me l'avevano comandato!

Quando entrando nella sala del Bargello a Firenze, vide una stupenda raccolta di fucili d'ogni tempo, egli gettò un grido di gioia e per poco non mi abbracciò, senza chiedermi pure se io avessi mai letta la sua monografia: Sopra gli archibugi a ruota ch'egli aveva pubblicato a vent'anni. Nella sala della Morte a Firenze, volle provarsi la veste, il cappuccio e la buffa della compagnia.

Per quanto gli repugnasse l'animo del piegarsi, di cui quel momento gli rivelava tutta la turpitudine, pure, nulla credendo sconvenevole a un padre, fino ai piedi gli cadde, e, unito al suo fanciullino, ne abbracciò le ginocchia, gli rammentò le antiche benemerenze di sua famiglia, il nome di Rosalia. Anche voi dovete intender che cosa sia l'amor paterno.... voi ancora un momento foste padre....»

Giorgio impallidì dalla commozione e abbracciò la sua Lalla, abbracciò Maria senza poter dire una parola: la gioia gli serrava la gola. Prospero Anatolio si mise a piangere dalla consolazione, poi prese il cappello e infilata la porta andò a partecipare all'Arcivescovo il miracoloso avvenimento. Ritornato a casa, regalò mille lire alla Congregazione di Carit

Buondì, Teresa mia, leggi con pazienza questa lunga tiritera e scusa la seccatura che ti do. Un tenero abbraccio dalla tua MARIA.

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