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Aggiornato: 24 giugno 2025


Egli ricambiava macchinalmente i saluti, toccandosi la tesa del cappello, ma non si fermò con nessuno ed entrò difilato in stazione. Qui non potè sfuggire a una dozzina di colleghi che prendevano anch'essi il suo treno, e gli toccò subire congratulazioni, condoglianze, auguri, e rinunziare alla speranza di viaggiar solo. Ma forse era meglio così.

Ma tu... Io, mamma rispose Girolamo non son che un povero manuale innamorato degli antichi... L'arte moderna non la comprendo, ciò che non vuol dire ch'io non apprezzi l'ingegno di Paolo e che non gli auguri i maggiori trionfi.... Sentiamo, via, mamma, che cos'ha Paolo? Non hanno accettato il suo bozzetto a Monaco?

A questo bene futuro Marta tendeva avidamente il cuore e le braccia, in mezzo ai preparativi febbrili delle nozze; indifferente alla gioia dei doni, toccando con mano distratta i ricami e le trine del corredo, sorridendo lievemente agli auguri, non gustando, non afferrando quei lembi, quelle particelle di felicit

E accompagnando alla stazione il genero e la figlia, mandava i suoi saluti e quelli di suo marito al caro signor Gervasio, e a tutta la famiglia, cogli auguri d’una perfetta guarigione, e le più calde raccomandazioni d’un pronto ritorno.

Era quella la sua vita, era quello il suo ambiente; per lei la giornata più lunga dell'anno era il Natale, perché doveva, tener chiuso e lasciar andar il signor Daniele a Melegnano, a portare il panettone e gli augurî a' suoi parenti. Quella mattina strapazzava anche per il resto della giornata: Non pensavano altro che a divertirsi, a far festa, a buttar via quattrini a cappellate!

E negli augurî di «Buona notteche m'accompagnarono, volli trovare ironia, invidia, rispetto comico per la fedelt

CLEMENZIA. Ed un'altra cosa m'è avvenuta, che anco di questo non so che me ne indovinare: ben ch'el mio confessore mi dica ch'io fo male a por mente a queste cose e dar fede alli augúri. VIRGINIO. Che fai, che tu parli cosí drento a te? Egli ha pur passata la befania. CLEMENZIA. Oh! Buon , Virginio. Se Dio m'aiuti, ch'io mi venivo a stare un pezzo con voi. Ma voi vi sète levato molto per tempo.

Alla Voce del popolo Mando gli auguri miei; Pur non credo al provverbio Vox populi, vox Dei. Recenti e antiche istorie Mostran che suol tal voce Spesso Barabba assolvere Per metter Cristo in croce. Sulle tue prime liriche Domandi il voto mio; Bravo! pur che sien l'ultime, Batto le mani anch'io. Per farti degno Del paradiso Il tuo rabbino T'ha circonciso;

È inutile ch'io auguri molti lettori al Romanzo della Morte: il nome dell'autore è una guarentigia e il libro è degno di lui.

In quanto al Palavicino, non potendo resistere a così vive manifestazioni di gioja, trovandosi impacciato nel dover rispondere a tante persone che facevano a gara per dargli auguri e felicitazioni, approfittando di quanto il Morone ebbe detto fin dalla mattina alla duchessa per tranquillarla sulla di lui assenza, col miglior garbo che gli fu possibile, mettendole innanzi quella storia medesima, le disse essergli necessario uscire per qualche ora, e però non stesse in pensiero, che tosto sarebbe ritornato.

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