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Aggiornato: 15 giugno 2025
«Torneremo nel 1834, al 1821? «Io non vi ho parlato di principî perchè in politica l'unica vertenza che può esistere fra gente come noi siamo non può posare che sulla questione di fatto, di possibilit
Gli austriaci che avevano occupato Napoli dopo il 1821, erano partiti nel 1827. I mercenari svizzeri li avevano sostituiti. Un giorno, un capitano svizzero passeggiava nella strada Toledo, ove Gabriele era di servizio. Il capitano aveva nella tasca un magnifico fazzoletto di seta delle Indie, a fondo bianco e larghe strisce rosse sui lembi ed una punta di quell'arnese usciva a civettar dalla saccoccia; stuzzicando l'avidit
Null'altro mi rimane a dire intorno ai fatti dell'anno 1821, o nulla almeno di cui io possa accertare l'esattezza e che sia ignoto tuttora al pubblico; perocchè non la finirei più s'io volessi narrare l'infinito numero degli aneddoti che corsero per le bocche degli uomini intorno ai tormenti inflitti ai prigionieri, e alla fredda crudelt
Tra questi fu ferito il colonnello Romano Silvestri mentre combatteva eroicamente con al fianco tre figli, uno dei quali rimase pure ferito. Questo patriota che Roma ricorda con onore, fu uno dei più perseguitati dal governo pontificio; esiliato nel 1821 e nel 31, doveva subire la stessa sorte nel 1849.
Di cuore mi dico Vostra affez. figlia Al sig. comandante dei bersaglieri di Genova. Caro Alfredo, fratello diletto, A bordo della corvetta Rosina, il 28 aprile 1821.
Era un affratellato della Giovine Italia. «Mi disse che da quando erano cominciate le proscrizioni, egli aveva deciso di vendicare il sangue de' suoi fratelli e d'insegnare ai tiranni una volta per sempre che la colpa era seguita dall'espiazione: ch'ei si sentiva chiamato a spegnere in Carlo Alberto il traditore del 1821 e il carnefice de' suoi fratelli; ch'egli aveva nutrito l'idea nella solitudine della Corsica, finchè s'era fatta gigante e più forte di lui.
Non è possibile. Ma quando te lo dico io, ci puoi credere, caro Marco. Orsù, prendi il tuo fucile in ispalla e buona guardia. Questo breve dialogo aveva luogo la sera del 15 febbraio dell'anno 1821, alle ore undici, fra due soldati di linea che si cambiavano di fazione sulla piattaforma della fortezza vecchia in Livorno.
Sul finire, credo, dell'anno anteriore, io aveva scritto le mie prime pagine letterarie, mandandole audacemente all'Antologia di Firenze, che, molto a ragione, non le inserì e ch'io aveva interamente dimenticate, finchè le vidi molti anni dopo inserite, per opera di N. Tommaseo, nel Subalpino: versavano su Dante, ch'io dal 1821 al 1827 aveva imparato a venerare, non solamente come poeta, ma come Padre della Nazione.
Milano, li 28 luglio 1821. Toscani! L'entusiasmo vivo, spontaneo, col quale salutate i fatti dell'eroica Milano, onora voi e onora quelli che se lo sono meritato col sangue. A nome de' miei concittadini io ve ne ringrazio con tutta la pienezza del cuore. A me, lombardo, disdirebbe il vantare a voi le angustie e le prodezze de' miei lombardi.
Dopo il 1822, il Manzoni giudicò cosa più prudente e più pratica il confidarsi tutto all'ignoranza de' suoi censori. Quando il 5 maggio 1821 morì Napoleone, il nostro Poeta si trovava a Brusuglio. Parve a sua madre che quella morte sarebbe stata degno soggetto di un suo canto.
Parola Del Giorno
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