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Come va, vitello, ti è passata la febbre? Sei sceso dal cielo? Dalla luna, te lo dico io. Ero io che facevo l'Uomo nella luna. Io ti ho visto e ti adoro. La padrona mia m'insegnò a vederti ed il tuo cane e il fastello di spine. Vieni qua: giuramelo e bacia il vangelo. La riempirò di nuovo. Giura. D

La fanteria italiana surrogò nel 1775 il tricorno, che aveva portato in giro con qualche gloria nelle campagne di Morea sotto il Morosini, con un caschetto di pelle di vitello adorno di una «placca de ottonIn quella circostanza le compagnie di granatieri degli stessi fanti create assai tempo prima ebbero dei berrettoni di pelle d'orso sul modello francese, guarniti di fiocchi azzurri e della «placca» con l'impronta del leone di San Marco.

LA MIA ANIMA. Miei cari amici... perdonatemi le mie villanie e le mie offese!... Sono ammalato, questa sera... Sono nervosissimo!... Sento un dolore, qui, vicino al cuore, profondissimamente... Forse, sono spacciato!... Benissimo!... LULÙ. Caro! Caro! Allora, la mia Anima, ubbriaca fradicia d'angoscia e di tenerezza, pianse ancora dirottamente, come un vitello, fra le braccia di Lulù...

Ti tirerò per le gambe più corte: perchè se fra tante gambe ci sono le gambe di Trinculo, quelle sono le più corte. Tira fuori Trinculo di sotto il mantello di Calibano. Sei proprio Trinculo per davvero! Come diavolo hai fatto a servire di sedile a questo vitello? O che forse peta Trinculi? Credevo che fosse stato fulminato. Ma tu non sei affogato, Stefano? Io spero che tu non sia affogato.

Fra gli ozî Lieti di sonnolente ore perdute Torna, vitello d’ôr. Torna fra balli, carte e prostitute; Io non vendo i miei baci ed il mio cor. Oh, se tu fossi affaticato e lacero, Ma coll’orgoglio del lavoro in faccia, E una scintilla in sen; Se stanche avessi l’operose braccia, Ma t’ardesse nel grande occhio un balen;

A mezzogiorno preciso di un lunedì di luglio, arrivarono i danzatori del Sole, quindici in tutto, per sciogliere i loro differenti voti. Essi si chiamavano: Segue una donna, Vive nell'aria, Buco grandissimo, Vitello bianco, Segna a tre, Cane maschio, Piccolo giorno, Ragazzino, Corno vuoto, Aquila, Tettoia, Aquila doppia, Giallo, Povero cane e Falcone battagliero.

Alto, magro, raso; con brache a mezza gamba, calze di cotone candidissime e scarpe di vitello bianco imbullettate; giacchetta, o spènser, di panno azzurro cupo, e corpetto (di grossa tela di lino tessuta in casa) con pistagnetta ritta abbottonato, quasi fin sotto il collo da una gran filza di bottoni di madreperla; col lungo berretto di cotone bianco, a maglia, dalla nappa cascante su le spalle, quel vecchio contadino era una figura imponente. Gli si leggeva su la faccia la serenit

Fece il pietoso padre uccidere il vitello sagginato, fece parare il convito, fece chiamare gli amici, e con loro si rallegrò e fece festa di avere racquistato il suo figliuolo, il quale gli pareva aver perduto.

Instupedí la povera figlia e aiutata dalla sua innocenza diceva: Padre mio, ascolta le mie ragioni; se conosci che ho fallato, ti porgerò il petto ché mi ammazzi! Egli, come un vitello che cerca di scappar di mano di coloro che lo conducono al macello, cercava scappar da man di quelli che il tenevano.

Egidio venne. Egli era il tenore giovine. Come aveva il petto singolarmente incavato, le gambe un po’ curve, rassomigliava un cucchiaio a doppio manico, su ’l quale fosse appiccicata una di quelle teste di vitello raschiate e pulite che si veggono talvolta nelle mostre dei beccai. Tilde! il tuo labbro è muto, Abbassi al suol gli sguardi. Un tuo gentil saluto, Dimmi, perchè mi tardi?