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Un'altra parte il manifesto avia che sembrava un'idea del Masgumieri; cioè che a chi volesse piegieria far per dieci assoziati a' tomi interi, sarieno dati i tomi in cortesia per la benemerenza e volentieri. Il Masgumier cosí dispensa a macco sopra il balsamo greco il taccomacco.

Lascio lo fele e vo per dolci pomi promessi a me per lo verace duca; ma 'nfino al centro pria convien ch'i' tomi>>. <<Se lungamente l'anima conduca le membra tue>>, rispuose quelli ancora, <<e se la fama tua dopo te luca, cortesia e valor di` se dimora ne la nostra citta` si` come suole, o se del tutto se n'e` gita fora;

La materia fu composta in due tomi e lasciò di ricordo buono nel clero, ma non efficace tanto da determinare alcuno ad imitarlo e seguirlo. E se vent’anni dopo, nel 1793, il parroco Giuseppe Logoteta da Siracusa volle farlo rivivere, se lo vide morir subito fra le mani, al primo tomo, senza gloria e senza pianto.

Ond’ elli a me: «Perché tu mi dischiomi, ti dirò ch’io sia, mosterrolti, se mille fiate in sul capo mi tomi». Io avea gi

Ond'elli a me: <<Perche' tu mi dischiomi, ne' ti diro` ch'io sia, ne' mosterrolti, se mille fiate in sul capo mi tomi>>. Io avea gia` i capelli in mano avvolti, e tratto glien'avea piu` d'una ciocca, latrando lui con li occhi in giu` raccolti, quando un altro grido`: <<Che hai tu, Bocca? non ti basta sonar con le mascelle, se tu non latri? qual diavol ti tocca?>>.

Questi tre tomi hanno lo stesso formato degli antecedenti; e con essi termina il lavoro del signor Ginguené, da che a lui non bastò vita per poter protrarre la sua storia fino alle epoche piú recenti della nostra letteratura.

E avuti i libri: Non c'è chi gli acquisti dicean: quella è cattiva mercanzia; tal che Marco e Matteo con grande affanno vedean pochi ducati in capo all'anno. Tanto che alfin lasciavano a' librai a tre soldi la libra i tomi a peso. Allora il libro divenia d'assai, e molto ricercato s'era reso.

Poiché a Parigi allora era l'andazzo di commedie, di critiche e romanzi, e il popol n'era ghiotto anzi pur pazzo, perché fosser riforme a quelli dianzi. Marco in su' fogli venia pavonazzo, Matteo del scrittoio fuor non creder stanzi; sicché ogni mese uscían da' torchi al varco due tomi: un di Matteo, l'altro di Marco. Ma potean ben su' fogli intisichire, a' librai furbi alfin l'utile andava.

Lascio lo fele e vo per dolci pomi promessi a me per lo verace duca; ma ’nfino al centro pria convien ch’i’ tomi». «Se lungamente l’anima conduca le membra tue», rispuose quelli ancora, «e se la fama tua dopo te luca, cortesia e valor se dimora ne la nostra citt

L'usanza era esser scorretti e lascivi, d'uno stil goffo e gonfio d'arroganza, gergoni e ragguazzar morti co' vivi, e il far di tomi nel mondo abbondanza, e il predicar che gli antichi scrittori non si dovean piú aver per buoni autori.