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Il prete, alto segaligno, faccia di montanaro ossuta, occhi celesti vivacissimi, forti mascelle da mangiatore e piede veloce, si affaccenda dalla cucina alla sua vigna che egli proclama la prima vigna d'Italia. Da Resiutta a Vienna non si trova più una vigna. E' indubbiamente una vigna straordinariamente fertile, piena di nascondigli, forse di sotterranei, poichè il prete ricompare ogni tanto con qualcosa di nuovo fra le braccia a maniche rimboccate: pentole, cassette, sacchi, sacchetti, salami, ecc. La sua serva Maria, grassa, quarantenne, dal viso roseo primaverile e dagli occhietti furbissimi neri un po' avari, brontola; ma ogni volta che nel cucinone entra un nerboruto bersagliere ciclista col ruvido viso patinato di polvere-sudore, quegli occhi brillano stranamente inumiditi. Non so se per insoddisfatta sensualit

37 Tosto che l'orca s'accostò, e scoperse nel schifo Orlando con poco intervallo, per ingiottirlo tanta bocca aperse, ch'entrato un uomo vi saria a cavallo. Si spinse Orlando inanzi, e se gl'immerse con quella ancora in gola, e s'io non fallo, col battello anco; e l'ancora attaccolle e nel palato e ne la lingua molle: 38 che più si puon calar di sopra, alzar di sotto le mascelle orrende.

Di questa guisa, altro non si udì per un pezzo che l'acciottolìo de' piatti, il cozzar de' bicchieri, lo zampillare delle bottiglie, e il dimenar delle mascelle.

La poca luce che mandava dall'interno della stanza la lampada accesa faceva parere più infossate, più livide, più cadaveriche le guancie di lui; l'occhio fosco, affondato, irrequieto, brillava d'una fiamma sanguigna; il contrarsi delle mascelle e delle labbra aveva qualche cosa di spaventato e di spaventoso, di feroce e di doloroso insieme.

di sanie infetto e nel luto prostrato, passeggia il verme reo, la schifa eruca e la striscia del serpe attossicato; coi denti delle rabide mascelle; Ma perché attribuiremo noi a mala fede ciò che probabilmente è stato fatto con ingenuissima intenzione?

Ond'elli a me: <<Perche' tu mi dischiomi, ne' ti diro` ch'io sia, ne' mosterrolti, se mille fiate in sul capo mi tomi>>. Io avea gia` i capelli in mano avvolti, e tratto glien'avea piu` d'una ciocca, latrando lui con li occhi in giu` raccolti, quando un altro grido`: <<Che hai tu, Bocca? non ti basta sonar con le mascelle, se tu non latri? qual diavol ti tocca?>>.

Questa testolina si dondolava di continuo per un moto meccanico e involontario; e per questo medesimo le mascelle non cessavano mai da un atto che sembrava un masticare.

Ond'elli a me: <<Perche' tu mi dischiomi, ne' ti diro` ch'io sia, ne' mosterrolti, se mille fiate in sul capo mi tomi>>. Io avea gia` i capelli in mano avvolti, e tratto glien'avea piu` d'una ciocca, latrando lui con li occhi in giu` raccolti, quando un altro grido`: <<Che hai tu, Bocca? non ti basta sonar con le mascelle, se tu non latri? qual diavol ti tocca?>>.

Profferite le parole, strinse le mascelle per reprimere un tremito violento. La marchesa disse:

La Morte, addomesticata, mi sorpassava ad ogni svolto, per porgermi la zampa con grazia, e a quando a quando si stendeva a terra con un rumore di mascelle stridenti, mandandomi, da ogni pozzanghera, sguardi vellutati e carezzevoli.