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Al largo il mare prendeva di fianco la «Siracusa»; il vento andava sempre più rinfrescando. Sospinti dalla libecciata i nuvoloni si rincorrevano, sovrapponevano i loro enormi profili, addensavano prima dell'ora le tenebre.

Sentite quel che dice: «Caro Battistone, Scrivo a te che vedi gli altri. Giovedì è il giorno di Natale e alla mia Erminia i parenti di Rho hanno regalato un bel tacchino e dodici bottiglie di moscato di Siracusa. A nome dunque di mia moglie, che ha una gran voglia di conoscervi, invito te, don Procolo, il Cavaliere e il Chiodini a farmi onore. Non andate a pensar scuse. Si pranza alle sei.

I più forti sono anche i più degni.... o i meno indegni, se preferisci! Pensa alla somma d'ingegno, di studio, d'amore che rappresenta questa nostra bella «Siracusa», la metallica selva delle macchine, dei motori, delle artiglierie! Questa nostra forza che pare bruta ha un'anima, è l'espressione della nostra forza intellettuale e morale.... Se è giunto il momento di adoperarla, adoperiamola, senza iattanza, ma con la coscienza di compiere un dovere.... Se agli occhi della somma Giustizia siamo in errore, il nostro errore ci sar

Non sono però queste tre sole le materie, che hanno usato ed ancor oggidí usano in qualche parte del mondo per moneta; conciosiacché e di ferro e di stagno, e d'altre materie fuori anche de' metalli, s'ha valso e vale tuttora a questo fine l'industria umana. Dionigi tiranno di Siracusa e li romani stessi ne hanno fatte di piombo e di stagno, benché dipoi proibite per legge .

E ancora una volta, all'ordine di: «Avanti, adagissimo» trasmesso in macchina dal comandante, parve che la nave traesse un profondo sospiro, e un fremito passò per le sue commessure, e un sordo fragore di acque sbattute annunziò che le eliche giravano. La «Siracusa» cominciò ad avanzarsi, mettendo la prora, per via di accostate, fra l'estremit

Quando il capitano di vascello Ruggero Carleoni, comandante della «Siracusa», ebbe finito di decifrare nella sala del Consiglio della nave il lungo dispaccio del ministro della Marina, chiuse il foglio in uno dei cassetti della scrivania, strappò e stracciò la pagina del taccuino dove aveva trascritto alcuni dei passi più importanti degli ordini telegrafici, e disse a Catenuti, il sott'ufficiale-segretario: Chiami subito il comandante in seconda.

E se mal non ricordo, devo aver letto in un bellissimo libro del deputato Bufardeci, qui a me vicino, libro scaldato da quella fiamma giovanile che pare oggi essersi riconcentrata nell'animo dei vecchi, che il maresciallo Del Carretto sceglieva il giorno della esecuzione di Mario Adorno e del suo figlio giovanetto in Siracusa per celebrare l'eccidio con una festa da ballo.

L'on. Sonnino ora ch'è ministro farebbe bene ad informarsi meglio ed a provvedere efficacemente. Su questa tassa pervennero direttamente a me alcune enormi notizie dalla provincia di Siracusa, che non riproduco dettagliatamente perchè non ebbi modo e tempo di verificarne l'esattezza.

Niso ed Eurialo nel Lazio, Damone e Pizia a Siracusa, Oreste e Pilade in Grecia, Castore e Polluce in cielo.... Mitologia, tempi eroici, bellissime cose! Ma di presente tutto è mutato! Lorenzo Salvani sorrideva sempre. Il sorriso era stampato, Siam per dire, sulle sue labbra, a dissimulare l'interno affanno, come dissimula il volto una maschera di carnevale.

Ve lo dirò io; ripigliò il giornalista. Damocle era un cortigiano di Dionigi il vecchio, tiranno di Siracusa, detto il vecchio perchè fu padre di Dionigi il giovane. Questo Dionigi il vecchio era un tiranno arguto, come potrete sincerarvene dal tiro che fece a Damocle, suo cortigiano, il quale lo andava celebrando per la sua felicit