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Su, narra, fa presto che ho l'inferno nel cuore. Dove si trova? È vivo?... È morto?... Posso assicurarvi che Abd-el-Kerim è vivo. Elenka scattò in piedi come una pazza. È vivo!... Vivo!... ripetè ella con un'esplosione di gioia che pareva delirio. Sei proprio sicuro?.... L'hai veduto proprio coi tuoi occhi?... Dimmelo, Tepele, dimmelo!

Nessuno. I due dongolesi che l'accompagnavano sono stati uccisi. Conosce il tugul che ti additò Tepele? Come conosci Tepele? Ti ho veduto parlare assieme e ho udito il suo nome. Rispondi, conosce quel tugul? , ci siamo recati assieme un'altra volta. Omar estrasse da una saccoccia un pezzo di carta e una matita. Scrivi quanto ti detterò, disse al nubiano. Tu vuoi rovinarmi, Omar.

A un miglio da queste colline accampano i miei compagni; io andrò a chiedere a loro se ti accettano sotto la loro bandiera. Sta bene, ti aspetterò disse Elenka. Tepele gettò una nuova bracciata di legne secche sulle due pietre che formavano il focolare, prese la sua lancia e uscì.

Ho udito tutto e so tutto, Elenka; non riescirai no con degli inganni ad arrestare la morte che pende sul tuo capo. So dove trovasi Abd-el-Kerim, perchè udii ciò che ti narrò Tepele. Se conti poi sul ribelle, t'inganni; Omar l'ha ucciso. Un tremito agitò le membra della greca. Comprese ormai che era irremissibilmente perduta ed ebbe paura. Fathma, diss'ella dopo alcuni istanti di esitanza.

Erano passati appena dieci minuti che dal nord fu visto venire innanzi un uomo semi-nudo armato di una lunga lancia. Omar conobbe in lui Tepele, l'amico di Takir. Sta attenta Fathma, mormorò il negro all'orecchio della compagna. Tepele era giunto ai piedi del colle. Lo salì con una agilit

Sei tu Tepele? chiese il nubiano. In persona, Takir, rispose il negro che Omar riconobbe per un guerriero del Mahdi. Che hai saputo? Nulla fino ad ora. So però che fu fatto prigioniero dallo scièk Tell-Afab. È vivo adunque? Non te lo posso assicurare ancora. Domani parlerò con un arabo che si trovò presente al combattimento e che accompagnò lo scièk verso il sud. Abbiamo almeno qualche speranza?

Non bisogna sperare ne disperare, disse Tepele. Io credo però che Abd-el-Kerim non sia stato ucciso. Abbiamo bisogno di ufficiali per organizzare le nostre tribù ed insegnare a esse a combattere contro gli Egiziani. Quando potrò sapere se è vivo o morto? Vedi tu quel tugul che s'arrampica su quella collina che sta a noi di faccia? Lo vedo.

Omar, accoccolatosi a lei accanto, le narrò per filo e per segno l'incontro di Takir, la gita di questi fuori del l'accampamento, il colloquio che aveva tenuto col ribelle Tepele, l'appuntamento per la mezzanotte con Elenka e infine il dramma sanguinoso che seguì la scrittura del biglietto.

Se tu l'ammazzi prima che abbia a parlare con Tepele non sapremo più mai dove potremo trovare Abd-el-Kerim. Frenati per mezz'ora. L'almea che si era rizzata sulle ginocchia col remington in mano, tornò a sdraiarsi. Aspetterò, mormorò. La greca dopo aver esitato, si era messa a salire la dirupata china saltando di sasso in sasso, di scheggione in scheggione come un'antilope.

Ti lascio nelle tue credenze. Ma non potrei in qualche modo raggiungere Abd-el-Kerim? Se passassi sotto la bandiera del Mahdi? Sei una donna e non si saprebbe cosa fare di te. Valgo più di un uomo. Sono una jena. Si potrebbe tentare. Quando? Questa istessa notte, disse Tepele. Domani forse sarebbe troppo tardi. Mettiamoci in cammino allora. Andiamo adagio Tu mi aspetterai qui.