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Anche noi avemmo però il nostro spettacolo di canto, chè poco dopo si sentirono le grida dello sciacallo e della jena che ululavano appena fuori dalla capanna, agognando alle interiori del nostro lepre. La mattina, quando partimmo, queste erano infatti scomparse.

Fathma fe' atto di slanciarsi, ma l'animale, al contrario dei suoi congeneri, s'avanzò e si mise a girare e rigirare attorno al tamarindo, come cercasse d'assalire a tradimento l'impotente vittima. Lo spaventevole supplizio durò un quarto d'ora, durante il quale Fathma non ardì mai muoversi annichilita dallo spavento e dall'angoscia, poi la jena arrestò i suoi cerchi.

Cosa è successo mai? Che l'abbiano pugnalata per impadronirsi di lei? Ah! miserabili!... Sa che io sono qui? chiese Notis dopo qualche istante di silenzio. Non ti ha mai nominato ma deve saperlo. Non ha parlato altro che di Abd-el-Kerim. Il greco fece un gesto d'impazienza e digrignò i denti come una jena. Sempre quell'uomo esclamò con rabbia. Che non l'abbia a dimenticare mai adunque?

Esco, se Dio vuole, da questa parentesi e ritorno al Trocadero. Vi ho detto in una delle mie lettere precedenti che sul boulevard, al crocicchio dell'Opera, con tutta quella illuminazione elettrica, par di vedere Babilonia di notte. Orbene, sul ponte di Jena, guardando un po' al Trocadero, un po' al palazzo dell'Esposizione, avete Babilonia di giorno; Babilonia per le grandi linee in distanza, Babilonia per tutti quei ciuffi di verde, che, disseminati a varie altezze, vi d

«Tornando alla sera nello stesso sito, fu lietamente sorpreso di trovare, al posto dove aveva lasciato il laccio, una piccola capanna graziosissima nella quale era assisa una bella giovanetta ai cui piedi stava il suo laccio da cacciatore. «Quel giorno Jena portava, fortunatamente, un daino che gettò davanti alla porta della capanna.

D'un tratto udì il riso d'una jena avvicinarsi sensibilmente al tamarindo e poco dopo comparve un grosso animale dal mantello color cenere oscuro su cui risaltava una doppia fila di peli grossi ed irti che dall'occipite scendevano in linea retta sul dorso.

Ecco come passò il nostro primo giorno a Parigi. La prima volta che entrai nel recinto dell'Esposizione dalla parte del Trocadero, mi fermai qualche minuto in mezzo al ponte di Jena per cercare una similitudine, che rendesse ai miei lettori futuri un'immagine fedele di quello spettacolo. E mi venne in mente di paragonare il senso che si prova entrando l

Ruinò come una valanga addosso alla jena che stava per sbranare la sventurata almea e con un terribile fendente le spaccò il cranio. Fathma! mia adorata Fathma! esclamò l'arabo con istrazio. Tagliò rapidamente i legami e ricevette fra le braccia quel corpo inerte e semi-gelato: gli occhi dell'arabo s'inumidirono. Rispondi, Fathma, rispondi, continuò egli, baciandola sulle gote.

Procedette col muso verso terra, con passo sciancato quasi da credere che fosso ferito e fissò due grandi occhi verdastri sull'almea che tremava in tutte le membra. Era una jena mostruosa, la quale s'arrestò a pochi passi di distanza mandando atroci scrosci di risa.

Ti lascio nelle tue credenze. Ma non potrei in qualche modo raggiungere Abd-el-Kerim? Se passassi sotto la bandiera del Mahdi? Sei una donna e non si saprebbe cosa fare di te. Valgo più di un uomo. Sono una jena. Si potrebbe tentare. Quando? Questa istessa notte, disse Tepele. Domani forse sarebbe troppo tardi. Mettiamoci in cammino allora. Andiamo adagio Tu mi aspetterai qui.