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Adesso, la questione vitale, palpitante, come diceva l'Omnibus, era una sola: la Giunta e i moderati volevano restare al potere; i progressisti, invece, volevano rovesciarli, per mettersi al loro posto. Erano tutti in piedi! giù i consiglieri negli stalli, e su, in alto, i curiosi delle tribune. Prospero Anatolio soltanto rimaneva seduto: era commosso, gli tremavano le gambe.

Una luce pallida di vespro nuvoloso pioveva dai vetri del finestrone; nella penombra gli stalli ergevano le braccia nere, tarlate e unte d'olio; in fondo, presso il campanile, una donna scopava il pavimento. Don Bonomo aperse un libro di preghiere e pensò.

E lento lento da uno di que' stalli si alza come un'ombra un uomo strettamente involto nel mantello e tirasi in mezzo alla sala. Qualcuno pensò che colui fosse l'abate Desiderio in persona, altri il celebre Amato. Noi propendiamo pel primo. Egli dunque stava per favellare, allorchè gli sorge da canto un cavaliere chiuso nell'elmo e parla: Con la vostra sopportazione, bel sere, ancora un momento.

Sceso un gradino, gli seggono sopra sgabelli attorno quattro cardinali: da un lato Cinzio Passero cardinale di San Giorgio, nepote per parte della sorella Giulia, e Francesco Sforza cardinale di San Gregorio in Velatro; dall'altro Pietro Aldobrandino cardinale di San Niccolò alle Carceri, nepote per parte del fratello Pietro, e Cesare Baronio cardinale dei santi Nereo ed Achilleo, avvolti nei magnifici loro paludamenti di porpora: poi, in un ricinto più vasto, su stalli onorevoli, e cardinali, e vescovi, e di ogni maniera prelati, cospicui per cappe o pagonazze o vermiglie.

I frati di San Bruno erano tutti seduti nei loro stalli di legno. Il priore doveva aver ridata allora allora al padre Restituto la facolt

Egli ha spogliato ed incendiato il monistero di Carbonaro, mutilandone i frati. Egli si condusse nella chiesa di Villanova, al momento che quei canonici cantavano mattutino, ed avendo loro tronche le teste, li lasciò negli stalli coi breviari sulle mani.

Appena veduto il movimento che si faceva da alcuni stalli, sollevò la testa, balzò in piedi e fuggì con passo leggiero verso la scala. Un minuto dopo, era in chiesa. Lo zio Prospero dormiva saporitamente sulla sua poltrona, con un libro aperto sulle ginocchia. Il serafino biondo non si fermò neanche a guardare che libro fosse, ed uscì, volgendo i suoi passi fuori del convento.

Indi tornando fra gli stalli dei baroni consegna quella pergamena all'abate di Cluny, che scoverto e numerando i rosoni scolpiti nel soffitto di rovere si teneva cogli occhi levati al cielo, e gli dice: Padre riverendo, leggete. L'abate mezzo assorto, mezzo alienato, si riscuote come svegliato improvviso dal sonno, e si trova fra le dita la carta.

Triste è lo sguardo che danno le sante screpolate degli affreschi; triste la polvere fredda che s'adagia sugli stalli del coro; triste il tremolo ardore delle lampadette nella grande solitudine: tristissima la pace che il tempo ha fatto intorno a noi.

Nella sala del Consiglio i pretesi interessati si pigiavano dietro il parapetto di legno che chiudeva gli stalli dei Consiglieri comunali inaugurati pochi mesi prima. Pochi Consiglieri erano intervenuti; ma il Sindaco, due assessori e il segretario erano gi