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gli uni che gli altri si vantavano progressisti. Gli equilibristi procedevano sulla via dell'errore! i naturalisti recedevano verso il bene. Quale era il più savio dei partiti?

Erano tutti contenti: i costituzionali si gloriavano di aver vinto, e infatti avevano ottenuta la maggioranza; i progressisti sostenevan che la vittoria era stata dalla loro parte e che loro avevano applicato alla Giunta uno schiaffo morale, perchè il progetto era passato dal buco della chiave, per due miserabili voti racimolati all'ultima ora.

Doveva inoltre e sempre sostenere tutti i membri dei partito progressista e radicale... Radicale! esclamò la duchessa. , rispose Ubaldo inchinandosi, perchè oggi siamo progressisti, poichè questo partito, fra quelli ammessi, è il più avanzato; ma domani possiamo essere radicali, se il partito radicale acquista terreno, distrugge la sfiducia che hanno in esso tutte le persone d'ordine...

Il piccolo avvocatino dei progressisti, il Robespierre in sedicesimo, fu eloquente, impetuoso, terribile. L'altro, l'avvocato dei costituzionali, pacato, forbito e prudente, sgattaiolava a destra e a sinistra, di modo che il fulvo campione della democrazia terminava col tirar colpi al vento e perciò, qualche volta, perdeva le staffe; ma caduto una volta, si rialzava più inferocito.

Un consiglio del vecchio e sdentato favolista Pasquale Fernandez Baero, accademico e decorato di non so quante croci, non dovette esercitare piccola influenza su lei. L'accademico se la prendeva contro Hermosilla, uno dei progressisti del '20, poi accademico anche lui: "Piccina mia, non leggere Hermosilla; e se lo leggi, mandalo a fare due passi, mi capisci? Due passi!

La mattina, all'ora di colazione o la sera, dopo il teatro, non si faceva altro che scrivere col lapis, sui tavolini di marmo, il nome di tutti i consiglieri comunali, mettendo in fila separatamente quelli che avrebbero votato per il , e quelli che avrebbero votato per il no, poi facevano le somme; ma risultava sempre sul tavolino dei progressisti la maggioranza pel no, e su quello dei costituzionali pel .

Allora fu la volta pei costituzionali di andare in giro pettoruti, ed erano invece i progressisti che scantonavano mogi mogi e costernati, dicendo corna dell'amico integerrimo di Cairoli e di Zanardelli. Frattanto il giorno della battaglia si avvicinava e non c'era da farsi illusioni.

Sicuro, e me ne vanto! E lui, che crede di essere un liberale, dovrebbe sapere che i suoi filosofi, i suoi progressisti, dicono che la carit

«Più tardi, questi signori umanitarii progressisti che mai non seppero formulare un concetto benefico in favore dei così detti galantuomini, si accorsero che negli ergastoli e nelle galere i birbaccioni non godevano le maggiori agiatezze della vita. «Lugete, Veneres, cupidinesque!

Chi in questo non riconosce le passeggiate dei Fasci coi gonfaloni e colle fanfare da un paese all'altro? A chi quella folla attorno un palco non richiama alla memoria i discorsi che hanno suscitato tanta ira e tanta indignazione nei conservatori e nei progressisti d'Italia?