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Non aveva capelli, la testa coperta d'ulceri sordide, il volto turgefatto e difforme in guisa d'aver perduto l'aspetto umano per pigliar le somiglianze del lione, con i medesimi grossi tratti, le medesime sporgenze degli zigomi, il resto del corpo ammagrito, vizzo, labefatto, coperto solamente di cuoio squamoso, nerastro, ulcerato, le estremit

Cioè gesuita e romanziere. Le somiglianze però tra il nostro p. Bresciani e il p. Luigi Coloma non vanno più in l

, signore. E Maria.... Andiamo a vedere Maria. La commozione mi soffocava. Giuliana per quella notte era salva! Non era possibile ch'ella pensasse a morire in quella notte, avendo la bambina al suo fianco. Per miracolo, il tenero capriccio di Natalia aveva salvato la madre. "Benedetta! Benedetta!" Prima di guardare Maria addormentata, io guardai il piccolo letto vuoto dov'era rimasto un piccolo solco. Strane voglie mi venivano, di baciare il guanciale, di sentire se il solco fosse ancora tiepido. La presenza di Edith mi teneva in disagio. Mi volsi a Maria, mi chinai trattenendo il respiro, la contemplai a lungo, ricercai a una a una le note somiglianze ch'ella aveva con me, quasi numerai le vene tenui che le trasparivano nella tempia, nella guancia, nella gola. Dormiva sul fianco, tenendo la testa abbandonata in dietro così che tutta la gola rimaneva scoperta sotto il mento alzato. I denti, minuti come grani di riso mondi, lucevano nella bocca socchiusa. I cigli, lunghi come quelli della madre, spandevano dal cavo degli occhi un'ombra che toccava il sommo delle gote. Una gracilit

D'Estrigaud, il maestro di Navarette, rappresenta il "male-uomo", se così ci è permesso d'esprimerci, e benché sia stato egli ad iniziare Navarette alla scuola del vizio, pure non regge davanti alla sua avversaria e rimane vinto da lei. Continuiamo la nostra inquisizione sulle somiglianze strane delle due commedie.

V'hanno forse nella natura somiglianze di forma, senza partecipazione d'essenza? Fissandomi in quel pensiero, la mia illusione crebbe sempre più; io continuava a rimirare quel quadro con una specie di gelosia; non poteva corrervi dubbio, quelle linee si muovevano, sotto quelle tinte v'erano delle fibre e delle vene, e nelle vene il sangue, la vita, la vita della mia Clelia.

E se ne può trarre la conclusione che chi aveva scritto quelle rime fosse pur l'autore del Commento. E, poichè queste somiglianze ricorrono anche in certi vocaboli singolari e costrutti piuttosto ricercati, si corrobora, in favor del volgare, la questione circa la lingua in cui, originariamente, furon scritte le Chiose.

All'incontro, la lingua latina, che venne senza dubbio principalmente da' siculi ed itali, padri aborigeni de' latini, sembra per l'una parte aver grandi somiglianze colla vicina umbra che si trova sulle tavole eugubine; e dall'altra colle antiche lingue dell'Iberia, come si scorge dal trovarsi e qua molti nomi simili od anzi identici di cittá; ed anche da ciò, che, quando la lingua latina fu piantata poi in tutta Europa dalle conquiste romane, niun'altra delle nazioni conquistate la prese cosí facilmente, la coltivò cosí elegantemente, la serbò tra i barbari posteriori cosí costantemente, come la nazione iberica; tantoché, se parecchie lingue moderne paion figlie della latina antica, e sorelle della italiana moderna, questa e la spagnuola paion gemelle.

Giuseppe crede che fosse Artaserse Longimano, altri, e sono i più, credono riscontrare molte somiglianze fra il carattere di Assuero e quello di Xerse celebre per l’infelice esito della sua spedizione nella Grecia, altri ritengono che fosse un re dei Medii, ed altri ancora, fra cui il celebre I. S. Reggio, ritengono che fosse Dario Istaspe.