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Ha l'Italia o non ha una missione in Europa? Rappresenta il paese che ha nome Italia un certo numero d'uomini, poco importa se migliaja o milioni, indipendenti naturalmente gli uni dagli altri e soltanto aggruppati a nuclei in virtù di certi interessi materiali comuni il cui soddisfacimento è reso più facile e più securo da un certo grado d'associazione? O rappresenta un elemento di progresso nel consorzio Europeo, una somma di facolt

Lontan odi Al Panteon salir l'onda dell'armi. E mille voci di sotterra uscite Alzano il grido: "Salute, o gran Re! Noi di tre storie larve impallidite Come a signore ci prostriamo a te. Salve, o gran Re, nella tomba securo, O dell'Italia paladino amante. Al suo dolor le tue lagrime furo Non men dell'opre gloriose e sante.

Questo è poco, Crisaulo, ché sei tal che potrai sempre vivere in questo mondo con onore, se ben ti biasmi il popolo e la plebe: perché questo è lor proprio alcun vive dai lor morsi securo; e spesso i morti gli sentono anche lor dentro a la terra. E questo è, per il piú, che è gente vòta di robba e di pensieri; e altro non hanno u' esercitar la lor maligna mente che ne' fatti d'altrui.

Oltre il confin del vasto impero tuo che non la mandi? esiglio, ove pur basti, qual piú securo? e qual deserta piaggia remota è , che t'allontani troppo da lei, che darsi il folle vanto ardisce d'averti dato il trono? NER. Or, finché tolto del tutto il poter nuocermi le venga, stanza piú assai per me secura ell'abbia Roma, e la reggia mia. POPPEA Che ascolto? In Roma Ottavia riede!

FILIGENIO. Eccomi diversamente incappato in una lunga rete di artifici: e quanto piú cerco svilupparmene, piú mi ci trovo dentro, senza trametter tempo di mutar consiglio. Se tu non stavi sicuro che fusse quella che desiavi, a che venire a chiederlami con tanta voglia? DOTTORE. E se non stavi securo che fusse l'innamorata di tuo figlio, perché subito non consignarlami?

Sorridi ancora!... Passano I secoli e le genti, E le plebi, al barbaglio Degli empi pläudenti, Tu non merchi gli applausi, Ma sul tuo franco viso Ami serbar l'impavido sorriso, O modesto filosofo, Spesse volte affamato, Io mi faccio una gloria Di camminarti allato! O dolce amico, insegnami A vivere securo Sotto l'usbergo del sentirmi puro! Agosto 1875.

E al buio lo condusse per infiniti avvolgimenti nei sotterranei del palazzo. Qui non mi trova neanche il demonio. Oh! per questo sta' securo, nessuno ti trover

O modesto filosofo, Che giunto a quarant'anni, Fra l'incessante turbine Di miserie e d'affanni, Vivi solingo e povero, E nel tuo cor securo Sotto l'usbergo del sentirti puro, Di' qual è dunque il tramite Che al sepolcro conduce E cui conforta il raggio D'inestinguibil luce? Dimmi, come si vincono Queste umane tempeste, Che fan le genti o torve, o tristi, o meste?

Lascia ch'opri in lui quel suo innato rancor cupo, giunto al rio nuziale odio primiero. Questo è il riparo al comun nostro danno. POPPEA Securo stai? non io cosí. Ma il franco tuo parlar mi fa dire. Appien conosco Nerone, in cui nulla il rimorso puote: ma il timor, di', tutto non puote in lui?

Ma in tua corte neppur misera appieno farmi tu puoi, se col mio mal ti appago. Or, di': sei lieto tu? placida calma regna in tuo core? ad altra sposa al fianco, securo godi que' tranquilli sonni, che togli altrui? Quella Poppea, che orbata d'un fratello non hai, piú ch'io nol fea, ti fa beato? NER. In quanto pregio debba il cor tenersi del signor del mondo, mai nol sapesti; e il sa Poppea.