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Ma quando la locomotiva uscì avvolta di fumo dall'alta tettoia, ove l'incessante frastuono di un mondo riboccante di vita dava l'ultimo addio ai viaggiatori; quando quel mostro di ferro, novello Mefistofele, gittate in alto il suo sibilo, e salutate « . . . . le convalli Popolate di case e d'oliveti»

Gustavo levò alquanto il capo e rispose fermamente: L'avrò! Il capitano esitò ancora un momento, poi curvandosi all'orecchio del genero gli disse ratto: Va bene. Poi tuttedue s'avvicinarono alla povera Lisa. È tempo di partire, le disse il padre. Essa lo guardò attonita, come se non avesse ben capito. Salutate vostra moglie, Gustavo: rispose Biale. Pannini s'accostò a Lisa e le pigliò una mano.

Ma anche queste vane visioni, salutate da grida di giubilo, e seguite sempre da imprecazioni di gente disperata, annoiavano l’almirante.

Una parola, un sorriso, un fiore questo è il debito vostro. Eccola felice; eccola rassegnata, rinvigorita alla battaglia. Levate ora gli occhi sulla sua fronte purissima vi si legge un'anima. E se nel vostro seno v'ha tuttavia un altare alla virtù, benedite al tesoro pudico di quell'anima gigante; salutate in essa la vera, la grande, la santa eroina della famiglia.

Il Popolo! Il Popolo! Torniamo al nostro grido. È il grido del secolo: il grido dei milioni, che fremono moto: il grido d'un'epoca che s'inoltra veloce. Salutate la bandiera del popolo, però ch'egli è l'eletto di Dio a compiere la sua legge: legge d'amore, d'associazione, d'eguaglianza, d'emancipazione universale. Spianate il sentiero al popolo, però che, dove voi nol facciate, egli lo far

Alla mattina, Manfredi, salutate le dame, ed ingrossata la scorta di alcuni cavalieri della gente dei Capece, si dipartiva. Giunse a Melfi, che gli chiuse le porte; Ascoli seguì l'esempio, ed uccise per giunta il Governatore, che gli si manifestava devoto.

Poi m'inoltrerei per un mesto viale, e salutate le mura di un solitario ricinto, andrei silenzioso a ricercare la tomba de' miei cari per appoggiare sovr'essa la testa e deporvi una ghirlanda..., però che io non dormirò l'ultimo sonno accanto a te, povera madre mia.

Milano, li 28 luglio 1821. Toscani! L'entusiasmo vivo, spontaneo, col quale salutate i fatti dell'eroica Milano, onora voi e onora quelli che se lo sono meritato col sangue. A nome de' miei concittadini io ve ne ringrazio con tutta la pienezza del cuore. A me, lombardo, disdirebbe il vantare a voi le angustie e le prodezze de' miei lombardi.

La campana del richiamo vibrava gli ultimi squilli, allorquando Fidelia, salutate le amiche, entrava negli atrii del palazzo paterno. Corse alla sedia ascendente, toccò il bottone dorato, e tosto, pel rapido agitarsi delle carrucole, tra il fremito armonioso delle corde vellutate, ella trovossi negli appartamenti superiori.

La vena di Lidia persisteva, e la donna era tutta gioiosa, chinandosi verso Angela a mostrar le carte propizie, non conosciute da lei, ma salutate con un sorriso di stima. Verso mezzanotte, la vittoria di Lidia era compiuta e il suo umore serenissimo; Gian Luigi rimetteva a posto i due mazzi di carte, ed Angela Tintaro diceva: Sei così fortunata all'écarté che non puoi aver fortuna in amore!