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Si guardò lentamente d'attorno quasi sorpresa di vedersi sola, poi si rizzò fieramente con un gesto risoluto e s'avvicinò ai due dongolesi che l'aspettavano immobili come due statue all'entrata dell'oscuro corridoio. Conducetemi dal prigioniero, diss'ella con una emozione che invano cercava di nascondere.

Ora, alzando la testa, l'Elia Corvino aveva veduto entrar l'uomo del cancellier Morone, e benissimo lo aveva conosciuto, di modo che, appena costui, salutandolo, gli fece intendere avergli a dir due parole, tosto congetturando fosse mandato espressamente dal Morone medesimo, ed essendo contento di ciò, depose la penna, s'alzò, disse a quei suor clienti; torno subito, e s'avvicinò all'uom del Morone.

Il conte Fabiano s'avvicinò e inchinandosi lievemente, col cappello nella destra, Signorina disse non le sia sgradito che io le esprima la mia riconoscenza per l'affetto che dimostra al mio Brunello. Prego balbettò Nicla confusa. Egli mi tiene compagnia. Se non l'annoia, ne sono contento seguitò Fabiano.

Fulvia s'avvicinò allo specchio, dove si tolse lentamente il tocco di lontra, la ricca mantiglia e i lunghissimi guanti di Svezia; poi ravviò alquanto i capelli, mentre Paolo in silenzio, curiosamente, la guardava.

Ed ora... Nancy era sola. ~Sola!~ Il silenzio le sussurrò all'orecchio la terrificante parola. ~Sola!~ Le desolate mura lo ripeterono... Poi l'universo parve urlarlo al suo spaventato cuore. Nancy si mosse come in sogno e s'avvicinò alla finestra. La strada era vuota. La casa era vuota. Il mondo era vuoto. Nancy traversò barcollando la stanza, e uscì nel corridoio.

Rosa ricadde accoccolata, nascose la faccia nelle mani, e scoppiò in lacrime. Seguì un silenzio. Dunque è vero! riprese il padre con una calma sinistra. Poi proruppe a un tratto. S'avvicinò alla figliola, e stringendo indietro le pugna, e curvandosi a bruciarla col soffio ardente che gli usciva dalla bocca, gridò terribile in volto: Chi fu.... Mamma mia!

Passarono nel salottino verde a prendere il caffè. Appena la cameriera fu uscita riportando il vassoio, Guido di Reana s'avvicinò: Ebbene, Teresa? Con un sorriso triste ella ripetè a mezza voce: Ebbene, Guido? Quando ci rivedremo? egli riprese. Chi legge nell'avvenire? ella disse. Il giovine le si accostò fino a toccarla; ne' suoi occhi guizzò il lampo d'un desiderio.

Povero ragazzo! ripetè tristamente l'uffiziale. Povero e bravo ragazzo! Poi s'avvicinò alla casa, levò dalla finestra la bandiera tricolore, e la distese come un drappo funebre sul piccolo morto, lasciandogli il viso scoperto. Il sergente raccolse a fianco del morto le scarpe, il berretto, il bastoncino e il coltello. Detto questo mandò un bacio al morto con un atto della mano e gridò: A cavallo.

Ed io, intanto, ringrazio il Signore che m'abbia dato un figliuolo come il mio Damiano: , che Lui ti benedica. A queste parole, il giovine sollevò la fronte rasserenata come prima; e parve, la sua mesta sembianza rischiararsi di quella luce interiore, che viene da un'anima pura e contenta. S'avvicinò alla madre; e chinandosi un poco, prese con riverenza la mano di lei, e la baciò.

Ma il contegno ardimentoso, provocante del popolo messinese non piaceva ai regi. Comandava in Messina il generale Nunziante, che un giorno, credendo d'intimorire la popolazione, volle far mostra di tutte le truppe che aveva al suo comando stendendole lungo la via Ferdinando. Un abatino si staccò dal popolo che s'era addensato tanto da impedire i movimenti dei soldati, s'avvicinò al generale e gli disse: «Sono queste tutte le vostre truppe? Non ci toccher