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Le decorazioni, la pendola di porcellana, alcune statue, il raso dei mobili, la scrivania, erano bianche, producendo un chiarore ampio e senza penombre.... Ne ricevetti un'impressione sgradevolissima, non volendo allora giustificar quella bizzarria col solito amore del nuovo che produceva tanti errori d'estetica in Gian Luigi.

Subito, in casa, fece accendere dal suo servo tutti i lumi: non amava le penombre, quel suo rigoglio di vita: aveva necessit

Ma questo non era che un merito di più. «Poi vennero le penombre della sera. Non vidi più la gente in istrada. Non vidi più nulla intorno a me; ed allora guardai nella mia coscienza. «E vidi che tutto ciò era sofisma per ischermirmi da un dovere penoso.

Le penombre erano piene di pericoli e di amore; le mamme chiudevano gli occhi. A cena, alla grande cena, volti pallidi, e volti rossi, mani tremanti che non reggevano il bicchiere o disappetenza delle ragazze, appetito dei giovanotti. Tutto candidamente, onestamente, con fine di matrimonio, come sempre in provincia.

Pallido il viso, largamente scollata in alto la veste, stretta in basso per fascette che a tante grazie ammezzano il respiro, ed a chi guardi fan sognare voluttuose penombre, queste regine della nobilt

Qui finestre archiacute che riflettono, a sera, nelle terse vetrate il gran chiarore della luna, la quale, di rimpetto, s'affaccia sul mare e vi bagna la sua pallida immagine. In uno studio d'incisione, sotto il palazzo grigio, si fonde e si cesella in silenzio. Un interno pieno di penombre; l'artista che passa e guarda, risale con la fantasia al vecchio tempo fiorentino.

Anzi imponiamo loro di trascurarci. Tutte a gara sviluppano il flirt semilascivo coi mutilati nelle penombre favorevoli, per le scale coperte e gli spiralici sentieri che sgusciano dall'ombra e s'affacciano sullo splendore del golfo lunare. Coppie strane dove un agile corpo di donna giovane è accarezzato un attimo, ma preferisce accarezzare un corpo maschio infranto che zoppica, ondeggia.

.... «O madre, nel sogno, fra queste penombre fiorite di strane corolle, per sempre abbandona colui che non volle venire a le vostre tempeste....» «O figlio, al solenne richiamo nessuno è ribelle. Se amore t’adduce, fiorisci al tuo sole, t’avventa a la luce, vivi, ardi, sorridimi, io t’amoEd a me giunse un ulular di pianti come suono di molte acque scroscianti.

Curva su di lui, sfiorando con le mani leggere il volto e i capelli di Bruno che le apparteneva, disse con la voce limpida di cristallo, armonica di penombre e d'inflessioni: Ti rapirò nel verso; e tra i sereni Ozi de le campagne a mezzo il giorno, Tacendo e rifulgendo in tutti i seni Ciel, mare, intorno, Io per te sveglierò da i colli aprichi Le Driadi bionde sovra il piè leggero E ammiranti a le tue forme gli antichi Numi d'Omero.

Io vengo a replicar su questa bara Le tue parole; io compio il tuo desìo.... E sento, amico, che mi è meno amara L'ultima volta che ti dico: Addio! Questi versi vennero letti dall'autore il giorno 28 dicembre 1875 sul feretro del poeta delle Penombre. Fra le colonne d'un bianco tempio Sacro a Minerva, la Dea propizia Ai savî, austera Dea, Pensieroso sedea