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Così mentre la signora Emma era malcontenta per il lusso della figlia, che a lei pareva eccessivo, le altre se ne felicitavano; quando Loredana veniva dalla sua mamma e trovava le amiche, queste le passavano una rivista minuta, pregandola talvolta di alzare un po' la gonna per mostrar le calze di seta, osservando la biancheria, divertendosi a infilar gli anelli, a provarsi il cappellino, a indossar la pelliccia.

Io, però, disse la signora alzandosi e gettando sulla tavola il tovagliolo, la storia del conte Filippeschi voglio saperla. Ne chiederò al direttore del negozio.... Vedrai ch'è come te la dico io! rispose Celso, aiutando Vittorina a infilar la sua giacca. Fa il commesso in attesa di darci qualche grande opera.... Ma che!... -s'ostinò Vittorina. C'è sotto la donna....

Monsieur?... perché monsieur? continuava a pensare il pover'uomo, sempre più inquieto. Che cosa c'è di nuovo? Sono stato dal Borgondio rispose dal Cartolari, dal Mazza, dal Poncelletti, dal Vergani e seguitò ad infilar nomi quanti gliene venivano in mente, finché sua moglie lo interruppe con una risataccia. Simpaticone, il nostro Monsieur.

In quell'andito c'era la scala che metteva al campanile. Su per quella scala il serafino biondo c'era stato, per andare all'osservatorio del padre Bonaventura. E andando lassù, aveva anche veduti a mezza salita i due usci, uno dei quali dava sul cornicione della chiesa, e l'altro nel seccatoio. Pensare a quel seccatoio e infilar la scala del campanile fu un punto solo. In quelle due o tre camere, fatte nei soppalchi del tetto, i nuovi conventuali di San Bruno avevano raccolte tutte le cose inutili del monastero, le panche della chiesa, i palii degli altari, le tele polverose e sfondate, i tozzi candelabri di legno dorato, e via discorrendo. Il solaio era di legno. Ma anche il soffitto della sagrestia e del capitolo era di legno. Dunque? Dunque il serafino biondo ascese la scala col suo passo ventenne, e due minuti dopo mise il piede leggiero e guardingo su quel solaio benedetto, che prometteva tante consolazioni alla sua curiosit

Dopo il thè non c'erano più altre scuse per Giorgio; bisognava andar via. Però egli fece e rifece i saluti lentamente, senza mai risolversi a infilar l'uscio; cercando tutti i pretesti per riattaccar discorso con l'uno o con l'altro, pur di fermarsi un po' ancora. Fu lui; questa volta a tirar in ballo il macinato, e per mezz'ora , ritto in piedi, attento, senza interrompere, ascoltò il discorso politico di Prospero Anatolio, con una pazienza di cui Lalla gli mostrava cogli occhi quanto gliene fosse riconoscente. Nemmeno Prospero fu ingrato, e lo invitò a pranzo per l'indomani; ma i due fidanzati avevano una quantit

A ventidue anni Donato è un bel giovane bruno; sa tirar di sciabola e di pistola, caracollare con grazia sopra un cavallo, infilar come saetta le vie di Milano sul velocipede, e sa all'occorrenza camminare a piedi senza dinoccolar le gambe per far pompa d'una disadattagine che è l'ultima parola dell'arte del perfetto cavallerizzo. A ventidue anni Donato, non ostante il contagio della citt

La maritata era quell'altra! e intanto continuava a ritirarsi, restringendosi in fondo al divano; non sapeva più quel che si facesse, asciugava il sudore coi guanti, cercava la lente che teneva nell'occhio, avrebbe voluto rispondere, ma non sapeva infilar due parole. Quella che avrebbe infilata molto volentieri, sarebbe stata la porta.

Giovanni mio.... Giovanni mio.... ripeteva tra di la povera fanciulla con ambascia, in quella confusione poteva connetter altro. Poterono infilar l'uscio della camera di don Alessio, spintivi dal pericolo imminente, come intesero per le scale un rumor di passi precipitosi che si venivano avvicinando.

Agapito vestì l'abito che la nipote l'aiutò ad infilar nelle maniche, cambiò il suo solito berretto in un cappello a staio, e borbottando e rampognando dietro la nipote, uscì di casa per l'uscio che metteva sul pianerottolo della scala comune.

«Libera me da meInfilar presso a te punto su punto nel tugurio ove ignori e sonno e pace, o dolorosa, che, se il labbro tace, riveli il tuo patir nel volto smunto: dell’aratro con te tirar la stanga per fender solchi che ci diano il pane, uomo, che tutte le scïenze umane sai, poi che in pugno sai stringer la vanga: santificar con libero e fraterno gesto il tuo maglio, o fabbro, il tuo piccone, o minatore, la tua passïone umile, o schiavo del travaglio eterno!...