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Ardevano i candelabri del salone. Crollata in terra, col capo perduto nelle pieghe della veste di seta, con le braccia prosciolte, madame la marquise piangeva, macchiando di lacrime la molle stoffa gi

Un giovinetto biondo come il lino, in falda nera, colle scarpettine alla francese, pettinato anche lui come uno sposino, li precedette per uno scalone di marmo, ornato di statue, di candelabri, di specchi, di acacie, tintinnando le chiavi e senza mai parlare li condusse «au cinquième» fino a una camera che riusciva sopra un cortile stretto, profondo e tetro come un pozzo.

Del resto, non seggioloni, non tende, non tappeti, non specchi, non orologi, non candelabri: in mezzo del salone, al posto della lumiera, una gabbia con un canarino che non cantava più. Erano degli avanzi che ornavano una tomba! Bambina si sentiva soffocata; Don Diego, rotto e schiacciato.

Una bianca tovaglia, i cui lembi scendevano fino a terra, correva lungo la mensa, nel mezzo della quale si vedevano a giusti intervalli candelabri e salsiere di pregevole lavoro, e sul margine esterno, a doppia distanza di quello che oggidì si costuma, i piccoli taglieri, o piatti di argento; presso ognuno dei quali sorgeva una coppa, e si notavano due coltelli e due cucchiai dello stesso metallo.

Poco più oltre, sette alberi d’oro falsava nel parere il lungo tratto del mezzo ch’era ancor tra noi e loro; ma quand’ i’ fui presso di lor fatto, che l’obietto comun, che ’l senso inganna, non perdea per distanza alcun suo atto, la virtù ch’a ragion discorso ammanna, com’ elli eran candelabri apprese, e ne le voci del cantare ‘Osanna’.

Tanto sopra il camino quanto sopra la mensola, dei grandi e stupendi candelabri di bronzo; sul camino, un orologio compagno, di gran dimensione e di forme elegantissime; a mezzo della sala, pendente dalla volta, una bella lumiera di bronzo eziandio con una selva di candele infisse nelle sue branche.

Ben potevate, strisciando sotto le tavole dei generali briachi e gonfi di lussuria aureolati d'alcool, nella calda luce dei candelabri... ben potevate fingendo di raccattare briciole spregevoli, rubare in fondo alle tasche le chiavi delle polveriere sotterranee!...

Nel mezzo della piazza eran schierate le casse contenenti i regali del Re d'Italia: un Ritratto del re stesso, specchi, quadri di musaico, candelabri, seggioloni. Noi ci andammo a mettere vicino alle due schiere dei personaggi, in modo da formar con esse un quadrato aperto verso il lato della piazza donde doveva venire il Sultano.

Erano poi notevoli nei quattro angoli del salone quattro fauni del Montorsoli, stupende statue sul fare michelangiolesco, che sostenevano canestri di fiori e candelabri.

Eugenio, con gli occhi lustri e le guancie accese, non faceva che stappare bottiglie, e i vini giallicci spumavano, ondeggiavano, brillando al chiarore dei candelabri, come una pioggia di topazi. Oh, Dio! come farò per tornare a casa? esclamò la contessa, e intanto le sue dita stringevano il calice di Murano, colmo di vin del Reno. A un tratto, la contessa si fece terribilmente pallida.