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Agapito stava innanzi a quello specchietto che pendeva dall'intelaiatura dei cristalli alla finestra, e si faceva bagnòli di una sua acqua di farmacia alla graffiatura del naso. Signor zio, è in tavola, disse la nipote, entrando sollecita.

Giunto sotto l'atrio, senza avere neanche rivolta un'occhiata dalla parte del bastione, salutò con un leggiadro cenno del capo e il padre Restituto e il padre Tranquillo, e andò a fermarsi davanti al padre Agapito, che stava alquanto più indietro. Fratello, gli disse, vorreste farmi un favore? Due, se posso, rispose il padre Agapito, facendo a suo malgrado un inchino.

Ma ; ieri il signor Mario Novelli, e il signor Pellegrino della Rosa; cioè a dire padre Agapito e padre Ilarione. Stamane, poi, il signor Ariodante Soresi e il signor Nello Altoviti; che sono, se non mi confondo fra tanti nomi, i padri Restituto e Bonaventura.

Il villano s'avviava per partire, quando messer Agapito, che dal punto in cui quegli era entrato, l'osservava attentamente e con una certa sorpresa, s'alzò ratto, e fece un gesto per arrestarlo. Un momento, diss'egli. O io mi sbaglio, o vi conosco, brav'uomo. Può darsi: rispose il contadino volgendo la faccia e lo sguardo verso lo speziale.

Conte Gualandi del Poggio, rispondeva frattanto il padre Agapito, o se vi torna meglio, il signor Mario Novelli, sono a vostra disposizione. Ma no, non è possibile! gridarono parecchi, cercando d'intromettersi. Un po' di calma, signori! Non facciamo uno scandalo. È necessario; rispose il padre Restituto. Il priore ha provocato. Che provocato! ribattè il padre Anselmo.

Non c'era che quella, in casa, e per lei non c'ero che io. Figuratevi che, quando vedeva me, non volesse stare neanche più con la balia, e vi farete un'idea del bene che ho dovuto volergli. Cara figliuola! E che testolina, buon Dio, che testolina! Perchè, signori miei, non è solamente la sua bellezza che fa senso.... È un angelo! mormorò il padre Agapito.

Vedrete che è così per l'appunto. Il nostro priore è lo spirito dell'opposizione. Quando glielo dicevamo noi, non voleva crederlo, non voleva far nulla. E adesso che noi ci siamo acquetati.... Perchè noi ci siamo acquetati;-soggiunse il padre Agapito. Voi stesso, fratello Restituto, glielo avete detto chiaro e tondo: ammettiamo anche il ridicolo. Il padrino Adelindo è un buon ragazzo; non d

Di cavalieri, lo avete detto voi; osservò il padre Agapito. , per non mandar via il padrino, fino a tanto non ci constava nulla di lui. Ma da ieri, o signori, avevamo una notizia ufficiale, e la confessione stessa del padrino Adelindo. Confessione ricevuta da voi! ripetè ironicamente il padre Agapito. Il priore era gi

La bizza fe' venir rossa la punta del naso al signor Agapito: parve in sul punto di ribattere con risentite parole; ma un altro sentimento, che ben presto vedremo qual sia, lo fe' fermarsi. Via, via, diss'egli tutt'amichevole; non la voglio mica offendere, caro signor Vanardi.

E frattanto, notava un fatto curioso. I suoi vecchi amici, padre Anselmo e padre Bonaventura, suoi partigiani dichiarati in capitolo e difensori del serafino, incominciavano a girargli nel manico; erano di giorno in giorno meno teneri pel loro protetto; quel latte e miele che scorreva dalle loro labbra quando parlavano di lui, incominciava a saper d'agro. Per contro, padrineggiavano, serafineggiavano gli oppositori. Padre Agapito e padre Restituto, in ispecie, erano diventati col serafino d'una cortesia, d'una dolcezza, che sarebbe stato impossibile desiderarne di più. A buon conto, il priore ne avrebbe desiderato di meno. Perchè? Forse perchè nella sua qualit