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L'istoria di suor Agnese, raccontata da suor Francesca, diveniva evidentemente falsa; ma qual potesse essere stato il motivo per cui era stata immaginata, Emilia non sapeva indovinarlo. Quanto poi eccitava maggiormente la di lei curiosit

E trasse a l'albo dei visitatori di Molkencur che ci avevano portato poco prima. C'era una colonna per il nome, un'altra per la patria; Violet vi scrisse invece del proprio il nome fantastico di una donna immaginata da me e vi pose accanto l'altro dolcissimo nome: Italia. Gli Steele avevano gi

Flora scese alla Villa insieme alla mamma mezz'ora prima del tempo convenuto per la colazione, colla segreta speranza d'incontrarlo in giardino: ma egli non era ad aspettarla alla scaletta della darsena, come si era immaginata, si lasciò vedere nel giardino. Passando davanti alla veranda, sentì invece la voce del Cresti, che parlava col signor curato,

Cari! Io non mi sarei mai immaginata d'avervi dato tanto da fare. E chi m'ha insegnato a parlare? Noi, sempre noi, rispose la mamma. Ti pigliavo sulle ginocchia e ti facevo ripetere i nomi del babbo, mamma, finchè non eri in grado di dirli bene da te. E da quelle parole facili, siamo andati via via alle più difficili. Poi ti abbiamo insegnato a leggere. Di questo me ne ricordo benone.

Maurizio non s'aspettava quella risposta di Gisella, non l'aveva immaginata possibile, non aveva parlato per provocarla; aveva parlato dell'amor suo per onesta sincerit

Un profumo acutissimo, penetrante, si era attaccato alle perle, il profumo di cui si serviva la calunniatrice. Quella donna aveva conosciuto Roberto in Firenze, ne' primi tempi in cui egli vi era arrivato, si era immaginata di avergli inspirato una passione, ora credeva, in quel modo atroce, con perversit

Allora ella s'era immaginata che tutto ciò dovesse durar tutta la vita. E invece era durato appena tanto che il ricordo potesse restare e trasmutarsi nel più doloroso tormento. Poichè era un tormento di morte pensare a che ella s'era ridotta, e cosa le rimaneva della festa di tutto quel riso folle e giocondo.

Ebbene, proseguì il cieco sorridendo, quando vidi te la prima volta, ti trovai tutta diversa da quello che t'immaginavo... Confrontando ora l'immagine che mi ero fatta, e la tua, trovo che, perchè mi avevano dipinta una bruna, io t'aveva immaginata nera, e perchè avevano parlato d'una donnetta piuttosto piccola di statura, io ti vedeva nana.... Il dottore Q.... soggiunse dopo breve silenzio con accento scherzoso che mal dissimulava l'inquietudine, è celebre... e nel caso mio la fiducia ha da esser cieca... Proseguiamo l'inventario; eravamo rimasti all'albo.... ov'è l'albo?

Gli tornava la memoria, e con essa tornavano tutti i dolori della vita. Mise un gran sospiro, gli si empirono gli occhi di lagrime, e sussurrò: Perchè non m'hai lasciato morire? Era la parola dolorosa che Vicenzino s'era immaginata di udire, ed alla quale s'era preparato a rispondere col sacrificio di tutto il suo avvenire. Ma s'era preparato con coraggio, e la sua risoluzione era ferma.

M'era immaginata che in queste parole vi fosse del greco; e ne domandai la spiegazione a mio marito, che è uomo di lettere e che conosce il suo greco meglio di tutt'altra cosa. Ma non mi ha voluto fare alcuna risposta, e solo, voltandomi le spalle con aria di disprezzo, esclamò: Corbellerie! corbellerie! Vedete come sono poco compiacenti i mariti.