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Promettetemi adesso che, se io fossi presso a morire, voi verrete a consolarmi, a benedirmi, anche laggiù... Verrò... figliuola, verrò... E... se non riuscissi a dimenticare... se quell'immagine fosse sempre più forte della mia volont

Il conte s'arrestò e camminò per qualche passo in silenzio, assorto nei suoi pensieri. Io non osai disturbarlo ed attesi finchè proseguì, questa volta a voce bassa e triste: Capirete ora la causa di questa malinconia che mi segue sempre e dovunque. È una mestizia mista al rimorso. Per una idea balzana, prodiga, ho forse per sempre offuscato un ingegno non comune e gettata nelle tenebre un'anima che splendeva nella luce. Per consolarmi posso dirmi che io non poteva prevedere una tale catastrofe e che egli era gi

I loro occhi infantili in cui han cessato di bearsi le genitrici sventurate i loro occhi, rivolti a me, animaronsi, come se volessero rassicurarmi, consolarmi nel mio cordoglio e dirmi: «Non è nulla! il dover nostro l'abbiamo fatto, e moriamo contenti, giacchè la vittoria sorrise alle armi dei valorosi

«S'udì ruotar la carrozza in corte, e Massimo salì a prendermi per la partenza. Mi trovò mesta; volle consolarmi e mi fece piangere. Il cameriere prese la valigia e ci precedette. Noi ci stringemmo ancora una volta la mano e scendemmo le scale, e salimmo in carrozza, e traversammo la citt

27 Il mio buon padre, al qual sol piacea quanto a me piacea, mai turbar mi volse, per consolarmi e far cessare il pianto ch'io ne facea, la pratica disciolse: di che il superbo re di Frisa tanto isdegno prese e a tanto odio si volse, ch'entrò in Olanda, e cominciò la guerra che tutto il sangue mio cacciò sotterra.

Un mio compaesano che si trovava nella stanza, prese a proteggermi e a consolarmi. Si chiamava Francesco Gentile, stato condannato a vita dal tribunale di guerra, come brigante che non aveva voluto sottomettersi al governo di Vittorio Emanuele. Egli aveva fatto parte della banda dello Schiavone, il capo brigante che avrete sentito nominare. Il Gentile era vecchio, ma di cuore.

Che cosa farei io, senza l'amore di quella donna? Si può egli vivere senza l'amore, quando non si disprezzi chi ve lo ha inspirato? Sono io tal uomo da andar co' sotterfugi, per vie coperte, a guadagnare tratto tratto un po' di terreno? Son io tale da accontentarmi alla sua amicizia? Son io uomo da consolarmi, da poter vivere senza di lei? È tale la mia tempra, da piegare innanzi alle difficolt

PSEUDONIMO. Questo mi par incredibile, e pur è possibile per mia ventura, carissimo Tito Melio. Io non veggio mai l'ora di portarmela a casa e consolarmi pienamente con lei; però datimi licenza, ché fra due ore sarò con voi: ragionaremo del merito, e dell'obligo che vi devo, e degli amorevoli offici prestiti a mia figlia, acciò prima che partiate di qua per Roma, conosciate la mia affezione.

Io rinunzio a voi, Emilia, e cercherò di consolarmi, pensando che, se sono disgraziato, voi potete almeno esser felice. Non ho, è vero, il merito del sacrifizio, e non avrei mai avuta la forza di farvi libera, se la vostra prudenza non l'avesse esigiutoLa fanciulla procurava di rattenere le lagrime, e stava per dirgli: «Voi parlate ora come facevate una voltaMa restò in silenzio.

Bissi, mio ospite, non mi abbandonava un solo minuto. Tentava di distrarmi, e con gentile avvedutezza mi parlava anche di Fausta; avea capito, col suo cuore d'artista, che questo era l'unico modo di consolarmi un po'. Sapeva poi far deviare con arte la conversazione, se poteva chiamarsi tale quella in cui io dicevo qualche parola, qualche breve frase, e che si riduceva, il più delle volte, a un suo lungo soliloquio. Egli non si interrompeva neppure quando si accorgeva che la mia attenzione gli era gi