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Mangino e bevano i bicchieri arrubinati; ma almeno le loro allegrezze, non giungano nella stanza di damigella Maria. Essa e Margherita se ne stavano come due meschine, senza parenti amici al mondo, relegate dalla sventura in luogo solitario.

Riportateli, ritto sopra il limitare della porta abbaiava il Luciani, riportateli in carcere uno diviso dall'altro. Ministrate loro il vitto di penitenza... bevano il supplizio... mangino la disperazione.

Se i miei critici vorranno tentare di darmi alcun dispiacere, gli avverto fraternamente di censurar la Marfisa in tutte le sue parti, ma non mai in quella degli anacronismi de' quali è sparsa, perché mi faranno piú ridere che arrabbiare e non averanno il loro intento. Ho voluto che i miei paladini bevano il caffè, il cioccolato e mandino de' libretti alla stampa al tempo di Carlo Magno.

MANGONE. Queste son di soverchio assai; m'avete qui condotto meza Raguggia: mi bastavano due salcicciotti, un prosciutto per segno di amorevolezza. Filace, conduci cotesti giovani dentro, discaricagli e dágli alcuna ricreazione: ponigli assai robbe e vino innanzi e lasciagli mangiare a lor piacere. PANFAGO. Tutto è soverchio, amico caro: basta che bevano una volta per uno. Speditevi tosto.

Ma a' discendenti di quegli eruditi che, zelanti della loro Italia, seppero trovare l'origine italiana del Paradiso perduto del Milton, io regalo questo bel pezzo del museo Valvasoni, insieme alla novella ottava della Giornata quinta del Decamerone, affinché ne compongano un solo manicaretto, e ne estraggano la quintessenza, e se la bevano; poi, con una predica scritta sugosamente, sul fare, per esempio, delle orazioni di monsignore Della Casa, escano a ridomandare le sostanze che sono di nostro diritto, mostrando come in Italia v'abbia la semenza di tutto e come, in fine del conto, gli stranieri non si facciano pavoni che con le penne nostre.

E se noi non diamo retta a questi segni augurali riducendoci ai nostri accampamenti d'oltre Volturno, se vogliamo che i polli bevano, perderemo la battaglia contro il re sardo. Contro il Borbone, tu vuoi dire! No, no, contro il sardo, il quale venne qui per fare la guerra a noi. Con le armi?

Lo so, voi siete stato sincero; l'inconsapevole sproposito è la vostra miglior difesa; infatti non vi si può voler male, e voi sapete che io non vi ho tenuto broncio per le vostre bastonature di critico teatrale. Non vi voglio male neppur ora; ma, contrariamente alle mie abitudini, sento il dovere di avvertire coloro che possono supporvi competente anche oltre la critica teatrale, che non bevano grosso, che non prendano per cose serie le brillanti sciocchezze che vi sono scappate dalla penna questa volta. E un'altra volta, prima di lasciarvi tentare, pensateci su un momentino e poi non ne fate niente. Sar