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E a me, poi, voleva un bene, un bene all'anima! Non è vero, Lao?» E le memorie delle virtù e dei meriti della povera Agnese servirono d'esempio e di tormento insieme, per tutte le altre bambinaie che capitarono a servire in casa Portomanero.

Nonostante le feste con cui egli fu accolto al suo nascere, il contino Leonardo non fu guastato con troppi baci e troppe carezze. Il conte Zaccaria, libertino incorreggibile, s'occupava più delle crestaie e delle ballerine che de' suoi figliuoli, e la contessa Chiaretta, tra le pratiche di devozione e il teatro, il fare e il ricever visite, il curare i suoi mali veri e l'almanaccar dietro ai suoi mali immaginari, il bever tazze di cioccolata e il mangiar pasticcini, esauriva tutte le forze del corpo e dello spirito, le restava più tempo o voglia di dedicarsi alle cure materne. Dimodochè S. E. Leonardo Bollati, progenie di dogi, passò dalle braccia della balia e delle bambinaie a quelle dell'altre persone di servizio, e ne' primi anni della sua gloriosa esistenza non era ammesso al cospetto de' genitori che la mattina appena alzato e la sera avanti di coricarsi. In questi momenti solenni egli baciava la mano al nonno, al signor padre e alla signora madre, e dava loro il buon giorno e la buona notte. Nelle grandi occasioni (a Pasqua, a Natale, al Capo d'anno, ecc.) lo si faceva portare a tavola alle frutta. Allora il contino dava prova di ottimo appetito e di rara precocit

Quando arrivò l'Agnese dal Trentino la Contessa in persona si recò a riceverla alla stazione; onore codesto ch'era toccato per altro, indistintamente, a tutte le bambinaie che l'avevano preceduta; e come la signora aveva fatto colle altre, abbracciò e baciò con grande effusione la nuova arrivata, ripetendole il solito discorsetto, che in quel momento di contentezza era veramente sentito: «Come ti chiami

¹ Il deputato De Andreis non poteva farmi piacere maggiore di autorizzarmi a pubblicare le sue note, messe assieme al Cellulare per il tenente Giglio, suo avvocato militare. Non è che l'uomo forte che sappia fotografarsi per il pubblico. In un centinaio di righe egli ci ha dato, direi quasi, il romanzo del ragazzo povero. Senza enfasi e senza una frase che trascini alla commozione, egli ti fa piangere. Ti mette in una stamberga dove è tutta una famiglia che muore di fame. Con un periodo ti rivela la disuguaglianza tragica tra i bimbi dei ricchi e i bimbi dei poveri. Da una parte figli che nascono nella batista, che si sviluppano suggendo al seno di nutrici superbe, che crescono circondati dalle cure delle bambinaie, tra una carezza e l'altra delle mamme, in ambienti principeschi. Dall'altra figli che sbucano dall'utero materno e cadono in una bracciata di stracci. Le madri straziate dalla miseria non possono dar loro il capezzolo che negli intervalli della vita ladra. Svezzati, non c'è più per loro che il rifiuto di qualche buona donna, o la scodella odiosa dell'asilo. La societ

Andò fino al laghetto a vedere le anatre, poi più in giù alla grande gabbia degli uccelli, poi tornò indietro, e si fermò allo steccato, in cui s'aggiravano melanconicamente due cervi freddolosi. Addossati alle sbarre, parecchi bambini eleganti ben ravvoltolati nelle pelliccie, porgevano delle chicche ai cervi, mentre le bambinaie discorrevano coi loro conoscenti.

Era il penultimo giorno di carnevale; per le strade principali, verso sera, si vedeva un via vai di maschere, di carrozze, di brigatelle di giovani, di grosse famiglie con bambini, bambinaie, e ragazze da marito, a due a due; ma nessun strepito rincrescevole, squarciati canti di ubbriachi, serra serra importuni.