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Non ne dubito. Peccato che non abbia ascoltato la seconda parte del discorso! Avrebbe ceduto addirittura. Perchè dunque, egli riprese mestamente, mi guastaste le uova nel paniere? Ma il nostro colloquio fu alla sua volta guastato da alti clamori.

Mani discrete, piedi ignobili. Peccato che il viso fosse, come dissi, guastato da un mòccolo, che si spingeva troppo in fuori e che pisciava un tantino in bocca. Veduta di profilo, infatti, la Romea appariva proprio grandemente antipatica. Quand'ella era di malumore poi e lo era otto giorni alla settimana compariva disgustosa addirittura.

M'hanno scacciato come un cane, nome d'un Dio!... Come un ladro! Tu non lo sapevi questo, vero?... Fu lei, che ha fatto crepare mio padre di dolore; fu lei, che mi ha avvelenata la vita, che mi ha guastato il sangue, che mi ha strappato il cuore!... La cercavo io?... No. Ero tranquillo, ero felice, ero onesto. ; onesto.

Il signor Kyllea, pallido, smaniante, strizzandosi le mani, si volgeva di tratto in tratto a guardare nella stanza accanto... Ah! Se non ci fossero le donne!... Ho tre Remington! Don Liddu, che era andato ad affacciarsi dall'alto della terrazza, venne ad annunziare: Se ne vanno!... Hanno guastato tutto!... Ma lungo lo stradone scende un'altra fiumana di gente... Le campane suonano a stormo!

Qualcosa però gli si era guastato nel cervello; da bravo figliuolo, onesto, morigerato e col timore di Dio, che era prima era diventato assiduo frequentatore di bettole e di donnacce; sbraitava canzoni oscene, e nelle conversazioni si lasciava scappare di bocca sconcezze di ogni sorta, senza badare alle ragazze e ai bambini che si trovavano presenti.

Per la marchesa Bianca, io reputo che un po' meno di bellezza e un po' più di cuore, non avrebbero guastato, anzi avrebbero reso più ragionevole il paragone.

Un giorno, mentre prendeva il in casa Filippeschi ed era presente anche Folco, Ariberto notò che Gioconda non aveva più il suo bel rubino col motto. Forse l'avete perduto? chiese ingenuamente. La contessa arrossì. No, non l'ho perduto, balbettò. Si è guastato e l'ho dato ad aggiustare. Poi, volgendosi a Folco: Non volevo dirtene nulla, per timore che tu mi sgridassi. Folco sorrise, indulgente.

Il teschio, smosso dalla sua caduta, balzava a terra mandando un rumore che parve un grido lamentoso, e rotolava fino su gli occhi dell'uomo che lo teneva per la gola: questi, dimentico di ogni altra cosa, lasciava la presa, correva anelo a raccoglierlo, lo guardava attentamente per vedere se si fosse in alcuna parte guastato, e veloce come lampo nella cassetta, e quindi nel tabernacolo, lo riponeva.

E sarebbe partito il più presto possibile. Non ditene una sillaba a nessuno, disse. De Cesari raccomandava sopra tutto che non se ne parlasse. Capirete. Se tanta gente lo sapesse, Montecarlo non esisterebbe più. E allora tutto sarebbe guastato. Non dissero una sillaba a nessuno; ma cominciarono subito i preparativi per la partenza di Aldo. Non mi fermerò più di un mese per volta, disse lui.

Ma insomma che cos'è? Che cosa fate? Frida. Oh Dio, io me ne scappo, me ne scappo: ho paura! fa per avviarsi verso l'uscio a sinistra. Ma no, Frida! Landolfo. Signor Marchese, questo sciocco... indica Bertoldo. Ah no, grazie tante, cari miei! Io così non ci sto! non ci sto! Landolfo. Ma come non ci stai? Arialdo. ha guastato tutto, signor Marchese, scappandosene qua!