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Una sera io mi era recato secondo l'usato presso la contessa B., notai che Raimondo, che da qualche tempo s'era fatto frequentatore assiduo, non era venuto. La contessa me ne domandò notizie; risposi non averne; infatti in quel mattino egli non era stato da me. Il discorso si portò naturalmente sovra di lui; la signorina Clelia era seduta d'accanto e ci ascoltava. In quella entrò Raimondo.

Vecchio frequentatore di alberghi e di maisons garnies, non del tutto refrattario a qualche umile distrazione, il banchiere fiutò nell'acuto profumo di sapone Windsor una di quelle seduzioni, che per chi si lascia prendere si risolvono, alla fine, in un conto da pagare aux ordres de madame.

Qualcosa però gli si era guastato nel cervello; da bravo figliuolo, onesto, morigerato e col timore di Dio, che era prima era diventato assiduo frequentatore di bettole e di donnacce; sbraitava canzoni oscene, e nelle conversazioni si lasciava scappare di bocca sconcezze di ogni sorta, senza badare alle ragazze e ai bambini che si trovavano presenti.

C'era, a diportarsi in tal modo, il suo bravo perchè. L'accorta ragazza voleva piantare un chiodo, e le premeva di non parergli sfacciata. Dai discorsi della padrona di casa, aveva fiutato subito la selvaggina e non voleva lasciarsela fuggire di mano. C'era di mezzo un certo giovinastro, studente di medicina, frequentatore di bische, il quale non le avrebbe anche levati quei pochi che ella guadagnava col suo lavoro di tutta la settimana. Ora, senza contare ch'ella era gi

Quello esteriore era verdognolo, orlato di antico jais. Sotto il braccio sinistro ella aveva l'ombrello: il destro era infilato nel manico d'un cestino, che doveva essere ben greve: la piegava, quasi. E così disparve. Poco dopo giunse lassù il delegato di pubblica sicurezza con un medico, frequentatore della Farmacia della Rosa in piazza Carbonara.

E infatti, subito dopo cena, Roberto si ritirò nella sua camera e scrisse a sua madre. Gli era convenuto rinunciare, per qualche tempo almeno, a una corrispondenza diretta con Lucilla, giacchè la signora Giulia aveva subordinato a questa condizione la sua promessa di patrocinar la causa de' due amanti. Del resto, la lettera di Roberto alla signora Federica era, per tre quarti, consacrata a Lucilla. Il nome della giovinetta ricorreva una quindicina di volte nelle sei facciate dell'ingegnere. Se Lucilla avesse veduto lui, l'antico frequentatore dei teatri e dei balli, camuffato da minatore! E poi Roberto descriveva a sua madre (e a Lucilla) la famigliuola che lo aveva accolto con tant'effusione: Odoardo un po' grossolano di gusti, ma tutto cuore, tutto ospitalit

Si dice che n'era lui il più assiduo frequentatore, che asciugava tutto il vino, e che quando la cantina era vuota, toglieva l'insegna, chiudeva la porta, si metteva a dipingere in furia, poi vendeva i quadri, ricomperava vino e ricominciava la vita di prima. Si dice persino che pagasse addirittura coi quadri, e che per conseguenza tutti i suoi quadri si trovassero in casa di mercanti di vino.

Da qualche tempo mi permettevo di star lontano da Clelia ci soffrivo, perchè rinunziavo a quel piacevole e calmo cicaleccio che teneva deste le nostre veglie solitarie d'un tempo; ci soffrivo tanto più in quanto le mie notti casalinghe erano diventate abitudini; e tuttavia, sebbene ricercando di che pagarmene non incontrassi che la noia, io era divenuto assiduo frequentatore del Caffè di .... e vi passava molte ore ricercando nelle spire di fumo del mio sigaro, nella fiamma turchina del mio punch le memorie della mia felicit

Io ho un solfanello e tutti gli altri miei colleghi della mala vita vogliono fumare. Il solfanello del buon prigioniero deve sempre essere di legno. Con uno spillo, del quale un vecchio frequentatore di carcere deve essere munito, a costo di nasconderselo nella pelle, lo apro in quattro.

Ed ora ho proprio finito, signori giudici. Mi risuona ancora negli orecchi una parola di Innocenzo Cappa: se Marinetti fosse stato un frequentatore di salotti mondani, un corteggiatore di donne, un giocatore al tavolo verde, un gaudente, insomma; se non avesse data la sua ardente giovinezza, la sua anima, la sua intelligenza, al lavoro, quasi profugo e consapevole di dover rendersi degno di due patrie, quella che gli ha dato la lingua in cui scrive, quella che gli ha dato il genio che lo muove ed investe la sua opera; se Marinetti fosse stato un piccolo letteratucolo, di quelli che scrivono i sonetti per i ventagli delle signore e per gli ingressi dei parroci, se fosse stato intinto di santit