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«Se i vicini ci sentono» disse infine una vocina sottile e sommessa, «si fa la figura di tanti mattiQuel personaggio che non osava inoltrarsi era il marito della terribile Contessa: il conte e cavaliere Venceslao Portomanero, professore a duemila e duecento lire nel regio Ginnasio di Verona.

Quella sera, al Caffè d'Europa, il Provveditore e tutti gli altri professori che facevano circolo intorno alla contessa Orsolina Portomanero avevano un bel fare per confortarla. La Contessa non poteva trattenere le lacrime, e dal petto poderoso traeva sospiri che parevano venir fuor da un mantice. «Mah! era così docile e buona quella povera Agnese! Era proprio un angelo!

Il babbo aveva dato il suo consenso non solo, ma si stimava molto fortunato: gli pagavano la bimba cinque lire al mese: non aveva mai sperato di cavarne tanto profitto! «Cinque lire?... Capperi!...» quell'assegnamento mensile pareva una spesa grossa anche alla contessa Orsolina Portomanero, la quale non voleva certo buttar via i denari suoi «per ingrassare i villani

E a me, poi, voleva un bene, un bene all'anima! Non è vero, Lao?» E le memorie delle virtù e dei meriti della povera Agnese servirono d'esempio e di tormento insieme, per tutte le altre bambinaie che capitarono a servire in casa Portomanero.

«Piuttosto mi butto nell'Adigeaveva risposto la giovane alla fruttaiola. Così, la sfortunata Portomanero, non potendo servirsi da sola, era obbligata per sua disdetta a contentarsi dell'Agnese, la quale faceva miracoli con quelle braccine sottili; ma tutto era inutile.

Agnese, colla voce debole debole, ringraziò ancora il signor Conte, mandò un bacio a Rosalia, e domandò perdono di «tutto» alla signora Contessa. Ma a questo punto le viscere della Portomanero si commossero in modo straordinario e finì col fare i lucciconi.

Eppure Agnese, o la bambinaia, come la chiamava la contessa Orsolina, aveva avuto in casa Portomanero i suoi giorni buoni di felicit

Con una servetta sola, che passava per bambinaia, essa andava parlando della sua «servitù», e dava ad intendere di tenere una cameriera e una cuoca, che poi «per caso», aveva allora allora licenziate, ogni qualvolta si vedeva in pericolo di esser colta in fallo. Nessuno era ancora riuscito a penetrare in casa Portomanero, nemmeno il signor Provveditore. Colla scusa di essere sempre in cerca di un quartierino conveniente, che non conveniva mai, la Contessa non riceveva nessuno; invece pretendeva che le visite le venissero fatte la sera, in Piazza Br

Non c'era versi: la fruttaiola sotto i Portoni dei Borsari non riusciva a pescare una bambinaia per casa Portomanero! E la Contessa, allora, pensò fare di necessit