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Vestiva una leggera gonnella di seta azzurra, ornata di frange d'oro, stretta mollemente sotto il petto da una ricca cintura tempestata di stellette d'argento e scendente fino ai calzoncini bianchi che le coprivano le gambe; un giubbettino rosso le racchiudeva armonicamente il turgido seno, e nascondeva i nudi e piccoli piedi in babbuccie di marocchino giallo.

Parlavano tutte spagnuolo. Soltanto dopo qualche minuto, ci accorgemmo che avevano i piedi nudi e le babbuccie gialle sotto il braccio. Perchè non vi calzate? domandai a una delle vecchie. Come! mi domandò alla sua volta, meravigliandosi non sa ella dunque che gl'Israeliti non possono portare le scarpe che nel Mell

Il Sultano ha ricevuto l'Ambasciatore in udienza privata. La sala dei ricevimenti è grande, bianca e nuda come una prigione. Non v'è altro ornamento che un gran numero di orologi a pendolo, di tutte le dimensioni e di tutte le forme, in parte schierati sul pavimento, lungo le pareti; in parte ammucchiati sopra una tavola, in mezzo alla sala. Gli orologi, è da notarsi, sono per i mori un oggetto principalissimo d'ammirazione e di divertimento. Il Sultano stava dentro una piccola alcova, seduto, colle gambe incrociate, sopra un palco di legno, alto un metro. Aveva indosso, come al ricevimento pubblico, una cappa bianchissima, il cappuccio sul capo, i piedi nudi, le babbuccie gialle in un canto e un cordone verde a traverso il petto, al quale doveva essere appeso un pugnale. In questa forma gl'Imperatori del Marocco ricevono tutti gli Ambasciatori: il loro trono, come disse il Sultano Abd-er-Rhaman, è il cavallo e il loro padiglione il cielo. L'Ambasciatore, avendone prima manifestato il desiderio a Sid-Mussa, trovò dinanzi al palco imperiale una modesta seggiola, sulla quale, a un cenno del Sultano, sedette; il signor Morteo, interprete, rimase in piedi. Sua Maest

Rassicurate dall'Ambasciatore, si calzarono. Così è infatti. Non sono assolutamente obbligati ad andar sempre a piedi nudi; ma dovendo levarsi le babbuccie quando passano per certe strade, davanti a certe moschee, accanto a certe cube, finisce per essere lo stesso. E non è questa la sola la più umiliante vessazione a cui vanno soggetti. Non possono testimoniare in giudizio, e debbono prostrarsi a terra parlando davanti ai tribunali; non possono possedere terreni o case fuori del loro quartiere; non possono andare a cavallo per la citt

Il Governatore ricomparve, ravvolto in un caic bianchissimo, che gli scendeva dal turbante fino ai piedi. Lasciò le babbuccie gialle in un canto e sedette, coi piedi nudi, sopra una materassa, in mezzo al Ducali e all'Ambasciatore. Gli schiavi portarono vasi di latte e piatti di dolci, ed egli stesso, Ben-el-Abbassi, fece il e lo versò in bellissime tazzine di porcellana chinese, che il suo servo favorito, un giovane mulatto dal viso rabescato, portò in giro ad una ad una. Non si può dire la grazia e la dignit

Essendo vicino il giorno della partenza, i negozianti accorrono in folla al palazzo e si compra a furia. Le stanze, il cortile e la galleria hanno preso l'aspetto d'un grande bazar. Per tutto lunghe file di vasi, di babbuccie ricamate, di vassoi, di cuscini, di tappeti, di caic. Quanto v'è in Fez di più dorato, di più arabescato, di più caro assaettato, ci è passato sotto gli occhi in questi giorni. E bisogna vedere come vendono costoro, senza proferire parola, senza lasciarsi sfuggire un sorriso, non accennando che o no colla testa, e andando via, abbiano o non abbian venduto, colla stessa faccia d'automi con cui sono venuti. Fra tutte, è bella a vedersi la stanza dei pittori, convertita in una gran bottega di rigattiere, piena di selle, di staffe, di fucili, di caffettani, di ciarpe lacere, di terraglia, di orecchini barbareschi, di vecchie cinture da donna, venute Dio sa di dove, che hanno forse sentito molte volte la stretta amorosa delle braccia imperiali, e forse l'anno venturo luccicheranno in un quadro magistrale alla mostra di Napoli o di Filadelfia. Un solo genere manca, e sono gli oggetti d'antichit

Era in babbuccie, senza colletto e senza cravatta, con una giacchetta ampia e sbottonata, che lasciava vedere un largo torace sporgente, atto a rompere l'onda degli odii e delle ire letterarie. In tutto il tempo che rimasi con lui non lo vidi mai ridere. Mi ricevette cortesemente, con una certa franchezza soldatesca, senza le solite formule di complimento.