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E camminando, seguita a un passo da Filippo, domandò: Questo è il suo appartamento particolare, conte? , sono le mie camere, rispose Filippo, mentre, all'uscire dallo studio, premeva il bottone d'un campanello elettrico. Ho la mamma in campagna. Messe con gusto principesco, osservò Clarice, traversando un corridoio e poi una sala. Magnifiche tappezzerie!... Non si disturbi, non si disturbi!

All'uscire della Torre di Londra, vidi per la prima volta in una birreria un ubbriaco di gin. Mi fece orrore. Non credevo che l'ubbriachezza potesse trasfigurare un uomo in quella maniera.

Quando all'uscire del bosco fu sopra un poggiuolo scoperto, dal quale si poteva godere la bella vista del pian di C...., che a quell'ora di mezza mattinata pareva una conca; si fermò un istante, e gli cadde lo sguardo sopra un uomo, che giaceva nel vigneto del signor Fedele, a piè d'un filare d'avellani.

Quella sera, all'uscire dal giardino di P., si portarono in una certa casa di via Filiciuzza, dove stavano i capi d'una potente mafia che incuteva terrore a tutta quella contrada. Era in casa solamente il maggiore dei cinque fratelli: un uomo alto, grosso, con barba nera, tutto mutria, nella faccia dallo sguardo bieco. I quattro compari si presentarono umili, con i berretti in mano: dissero di che si trattava, domandarono il permesso di poter operare, e nell'istesso tempo se la famiglia voleva essere a parte della cosa. Il temuto mafioso volle saper tutto; ascoltò con le sopracciglia aggrottate; poi fece un atto di disprezzo con le labbra. Li ringraziava.... ma non accettava.... eran gi

Una volta, in un vagone, vidi un francese che leggeva un libro con grande attenzione, facendo di tanto in tanto un segno di stupore. Tutt'a un tratto, mentre cercavo di leggere il titolo sulla copertina, esclamò: Ah! c'est dégoûtant! e cacciò il libro nella valigia, con un atto di sdegno e di disprezzo. Rimase qualche minuto sopra pensiero; poi riaperse la valigia, riprese il libro e ricominciò a leggere. Poteva aver letto un paio di pagine, quando diede improvvisamente in una grande risata, e voltandosi verso il suo vicino, disse: Ah! caro mio, c'è qui una descrizione d'un pranzo di nozze che è una vera meraviglia! Poi continuò la lettura, dando a vedere in mille modi che ci provava un gusto infinito. Il libro era l'Assommoir. Quello che accadde a quel francese leggendo l'Assommoir, accade a quasi tutti alla prima lettura dei romanzi dello Zola. Bisogna vincere il primo senso di ripugnanza: poi, qualunque sia l'ultimo giudizio che si porta sullo scrittore, si è contenti d'averlo letto, e si conclude che si doveva leggere. Il primo effetto che produce, in specie dopo la lettura d'altri romanzi, è come quello che si prova all'uscire da un teatro caldo e profumato, ricevendo nel viso il soffio fresco dell'aria aperta, il quale d

Ogni giorno all'uscire dalla stanzetta piena di sole, fingevo di scordarmi della sua offerta, per sentire subitamente la vocina di lui, balbettante: Vulite 'o vasillo? Vulite 'o vasillo? Gli aveva promesso di recarmi a vederlo due tre volte nella settimana; lo aveva promesso anche a Fortunata. Cominciato novembre, dovetti abbandonare i miei studi di mare e il vicolo Giganti.

Voglio ora trascrivervi un raccontino fattomi da un amico all'uscire da un lauto e copioso banchetto. Eccolo: Esistono i due proverbi: vivere per mangiare e mangiare per vivere. Proverbi entrambi da evitarsi. Ecco perchè presi la via di mezzo. Io mangio principalmente per vivere, ma in certo qual modo vivo anche per mangiare.

Tutta Venezia aveva saputo della gran festa popolare, che le era stata fatta due notti innanzi all'uscire dal teatro. Le signore erano curiose di vedere la donna sulla quale correvano così strane leggende, leggende che anche in quel momento si ripetevano sotto i ventagli. E poi quella sera al teatro si raccontava una cosa di più, che eccitava le fantasie, che dava l'aìre alle supposizioni...

Noti sono gli stenti e i patimenti che ebbero a soffrire quei prigionieri. niuno ignora ch'ei non poterono mai comunicare coi loro congiunti, nemmeno sotto l'invigilanza dei custodi; che il Confalonieri non ebbe contezza della morte di sua consorte se non all'uscire dal carcere, che viene a dire più anni dopo il fatto; che l'imperatore Francesco aveva a avocata la direzione della polizia dello Spielberg, e che i suoi prigionieri erano a lui rappresentati con cifre. Ond'è che dalla fortezza gli si scrivea, verbigrazia: «Evvi un prigioniero di meno; porremo il N.° 12 al posto del N.° 11, il N.° 13 a quello del N.° 12, e così via via». Il che veniva a dire che il prigioniero indicato col N.° 11 era morto. E così pure niuno ignora l'affanno di quel carceriere che non volea lasciar mozzare al Maroncelli la gamba cancrenata, dicendo: «Io ho ricevuto un prigioniero con due gambe; ora che dir

Quindi all'uscire dalle lunghe meditazioni su qualche problema religioso, la sua più viva compiacenza era una conversazione con Bice nel salotto della contessa Ginevra.