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È piangere col vinto e coll'afflitto, al forte, al vincitor, negare il plauso, armar la cetra d'una corda sola; È comprender la colpa ed il delitto, Laudando il sacrifìcio e l'innocenza; È cantar tra un bicchiero e una carola Il chiostro e l'astinenza.

O sventura, e fia ver? Caduto in fondo Di rea fortuna, che non tien mai fede, Il gran popol vedrem, che, a niun secondo, Di Quirino parea l'unico erede? Colui vedrem, che impallidir fe' il mondo, L'armi chinar d'un vincitore al piede? Al piè d'un vincitor, deposte in guerra, L'armi, che gi

Spense Almorato, Oluzalin percosse, E poi Chiausso egli piagò nel fianco, Indi Serraffo de la vita scosse, Giammai co' dardi in guerreggiar non stanco; Su l'arene di sangue umide e rosse, Fuggendo, al fier Dragutto il piè vien manco; E mentre alzarsi dal terren s'affanna Con alta piaga il vincitor lo scanna.

E invan quegli oppressi Dell'Itala terra Dicean: «Fummo grandi »In pace ed in guerraDisgiunte da forza Di mente e di cor, Le voci orgogliose Schernìa il vincitor.

63 A me par, s'a te par, ch'a dir si mandi al re cristian, che per finir le liti, e perché cessi il sangue che tu spandi ognor de' suoi, egli de' tuo' infiniti; che contra un tuo guerrier tu gli domandi che metta in campo uno dei suoi più arditi; e faccian questi duo tutta la guerra, fin che l'un vinca, e l'altro resti in terra: 64 con patto, che qual d'essi perde, faccia che 'l suo re all'altro re tributo dia. Questa condizion non credo spiaccia a Carlo, ancor che sul vantaggio sia. Mi fido ne le robuste braccia poi di Ruggier, che vincitor ne fia; e ragion tanta è da la nostra parte, che vincer

Mentre riarsi il cor d'empi disdegni Son trasportati dal furore interno, E del valore uman varcando i segni Hanno le piaghe, hanno la morte a scherno, Dal colmo eccelso degli eterei regni Chinò l'eterno Dio lo sguardo eterno, Mirando in Rodi e fuggitivi e spenti, men de i vincitor l'arme possenti.

Tacquesi alquanto, indi Bostange: o degno Ben d'ampio impero, ecco, pur dianzi in core L'Asia volgevi, e de l'Europa il regno Come scettri dovuti al tuo valore, Or vinto, or morto, onde venir sostegno Deggia a' popoli tuoi contra il furore Di tanto vincitor ch'aspro s'adira, Dio lo si sa ch'a rio fin ti tira.

Egli il più forte de le mura scelse A rinfrancare il suo smarrito ardire, Ma punto non giovar le torri eccelse Contra lo sforzo de le nobil ire, Franse ogni marmo ed ogni porta svelse Il vincitor; quinci crudel martire, Grave strido d'orror confuso ed alto Diè la vittoria e terminò l'assalto.

Morto in breve Ragimberto, Ariberto II suo figliuolo vinse ed uccise Liutberto, e cosí regnò, pio, limosiniero anche esso; finché sceso contro di lui ed aiutato dai bavari Ansprando tutor giá di Liutberto, combatterono i due presso a Pavia; e vincitor prima, vinto poi Ariberto, affondò, fuggendo, in Ticino.

Allora, vi fu mandato il vincitor di Giugurta, Mario; il quale vinse i teutoni in una gran battaglia sul Rodano all'Acque Sestie, e i cimbri poi in una non minore, che si disputa se sull'Adige o sulla Toccia. La penisola nostra fu salva. I cimbri si dispersero e confusero tra i teutoni e i consanguinei settentrionali. Mario.