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Aggiornato: 27 giugno 2025


Diasi Rodi al furor d'aspri nemici, Chiudano in porto i vincitor le vele; Me gi

Chi giammai dentro il cor potea fermarsi Che omai di Rodi vincitor, che omai Suoi muri in guerra ed abbattuti ed arsi, Dovessimo incontrar fieri guai? Misera! quai preghiere? e quai non sparsi Pianti? che non fec'io? che non tentai? Da quale parte non sperai soccorso? Anco a numi d'inferno ebbi ricorso.

Un vermiglio color corse le guancie, La man che ghiaccia resistea si sciolse In un tiepor di calde rose al sole; Si schiusero le labbra e fatto indarno Argine all'onda che le gonfia il petto, Proruppe il pianto vincitor dei mali.

20 Qual mensa trionfante e suntuosa di qualsivoglia successor di Nino, o qual mai tanto celebre e famosa di Cleopatra al vincitor latino, potria a questa esser par, che l'amorosa fata avea posta inanzi al paladino? Tal non cred'io che s'apparecchi dove ministra Ganimede al sommo Giove.

59 E se gli avvien che 'l gli uomini uccida, la notte con le femine si provi; e quando in questo ancor tanto gli arrida la sorte sua, che vincitor si trovi, sia del femineo stuol principe e guida, e la decina a scelta sua rinovi, con la qual regni, fin ch'un altro arrivi, che sia più forte, e lui di vita privi.

111 Come, partendo, afflitto tauro suole, che la giuvenca al vincitor cesso abbia, cercar le selve e le rive più sole lungi dai paschi, o qualche arrida sabbia; dove muggir non cessa all'ombra e al sole, però scema l'amorosa rabbia: così sen va di gran dolor confuso il re d'Algier da la sua donna escluso.

Poi trasvolò, coll'aquile Delle legioni, a Roma; Ed intrecciando i lauri Alla flüente chioma, Cantò i trionfi, il sonito Delle tube guerriere, Le spoglie e le bandiere Del Lazio vincitor. E quando la Repubblica, L'invincibile atleta, Sotto il pugno di Cesare Si sfasciò come creta, Ella, che adora il genio, Nella bellezza avvolto, Baciò, plaudente, in volto L'audace lottator!

Qual del gran Po su l'arenose foci Al ciel pinte anetrelle alzano l'ali, Se fa sovra lo stormo, arcier, veloci Da l'arco intorto sibilar gli strali: Tali i turchi sen van, dianzi feroci, Vinti al tonar de i fulmini immortali. AMEDEO freme, e fra le turbe incerte Il volto e 'l brando vincitor converte. Che sembrava egli allor che dentro il petto Incendio raccogliea d'ire infinite?

Ma verso lui ch'a ripugnar s'accinge Più il glorioso vincitor s'adira, E ne la gola il duro acciar gli spinge, Ed ivi tienlo fin che vivo il mira: Gli occhi travolve e di pallor si tinge Freddo Ottoman e sul morir sospira La cara vita e la fortuna andata, E via più ch'altro la bellezza amata.

Ma fra color, ch'esercitar l'ingegno Solean spingendo le saette a volo, Toccò più volte Periandro il segno, E fra cotanti ei vincitor fu solo; Però di bello arco il fece degno Anzi il cospetto de l'immenso stuolo La destra d'Ottomano, e per tal pregio Egli appellossi il Sagittario egregio.

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