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Ho vivissimo il ricordo di questa sensazione di cosa ghiaccia.... Non è un'aberrazione della mia fantasia.... Eppure sono arrivato a dubitare anche di essa. Perchè? Ecco: rammento di averla incontrata un giorno nei giardini di Pitti con le sue due amiche dell'altra volta.

Un vermiglio color corse le guancie, La man che ghiaccia resistea si sciolse In un tiepor di calde rose al sole; Si schiusero le labbra e fatto indarno Argine all'onda che le gonfia il petto, Proruppe il pianto vincitor dei mali.

E figurandogli in una freddissima ghiaccia, a significare la freddezza dell'animo loro, privato d'ogni calore d'amore natural che per loro si contiene. Per la qual ghiaccia l'ultimo di quattro fiumi infernali si considera, cioè Cocito, che pianto interpetrato si chiama.

Lo 'mperador del doloroso regno da mezzo 'l petto uscia fuor de la ghiaccia; e piu` con un gigante io mi convegno, che i giganti non fan con le sue braccia: vedi oggimai quant'esser dee quel tutto ch'a cosi` fatta parte si confaccia. S'el fu si` bel com'elli e` ora brutto, e contra 'l suo fattore alzo` le ciglia, ben dee da lui proceder ogne lutto.

Lo ’mperador del doloroso regno da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia; e più con un gigante io mi convegno, che i giganti non fan con le sue braccia: vedi oggimai quant’ esser dee quel tutto ch’a così fatta parte si confaccia. S’el fu bel com’ elli è ora brutto, e contra ’l suo fattore alzò le ciglia, ben dee da lui procedere ogne lutto.

Ella aveva il vago ricordo di esser stata trascinata, inerte, con la testa fatta come di piombo; e lo stesso peso ora le gravava sulla fronte, malgrado la sua acconciatura fosse stata disfatta e una pezzuola imbevuta d'acqua ghiaccia vi venisse adattata continuamente. «Maxette... come stai?...» chiedeva sommesso la signora di Verdara, ed ella rispondeva appena con un moto degli occhi.

com'era quivi; che se Tambernicchi vi fosse su` caduto, o Pietrapana, non avria pur da l'orlo fatto cricchi. E come a gracidar si sta la rana col muso fuor de l'acqua, quando sogna di spigolar sovente la villana; livide, insin la` dove appar vergogna eran l'ombre dolenti ne la ghiaccia, mettendo i denti in nota di cicogna.

Era una gran passione con quella benedetta bambina dell'Ersilia: l'acqua ghiaccia le faceva paura: il sole le dava il dolor di capo, il vento le produceva le scoppiature sulla pelle, i vestiti di lana la bucavano, quelli di tela le agghiacciavano il sudore, quelli di cotone le si appiccicavano alle spalle. E anche nel mangiare era la stessa storia.

levatemi dal viso i duri veli, ch’ïo sfoghi ’l duol che ’l cor m’impregna, un poco, pria che ’l pianto si raggeli». Per ch’io a lui: «Se vuo’ ch’i’ ti sovvegna, dimmi chi se’, e s’io non ti disbrigo, al fondo de la ghiaccia ir mi convegna». Rispuose adunque: «I’ son frate Alberigo; i’ son quel da le frutta del mal orto, che qui riprendo dattero per figo».

Lo ’mperador del doloroso regno da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia; e più con un gigante io mi convegno, che i giganti non fan con le sue braccia: vedi oggimai quant’ esser dee quel tutto ch’a così fatta parte si confaccia. S’el fu bel com’ elli è ora brutto, e contra ’l suo fattore alzò le ciglia, ben dee da lui procedere ogne lutto.