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Esaminando però tanto per ammazzare la noia e il malumore quei gruppi di mobilizzati che convenivano in quella stanza, sempre più mi convincevo della decadenza tanto fisica e morale della disgraziata nazione francese. Quella gente rachitica, mingherlina, paurosa non si poteva certamente chiamare la genia dei Cimbri e dei Galli, l'orgia e il deboscio han dato il colpo di grazia all'antica terra di Brenno e dei Druidi, l'orgia e il deboscio hanno ridotto una baracca dei burattini la così detta signora del mondo: qualche bel tipo raramente si trova nei campagnoli, ma la gioventù delle citt

La figura africana di Giugurta, la sua fine terribile nelle prigioni del Campidoglio, i Cimbri ed i Teutoni, che profetizzarono in certo modo la caduta di Roma per opera delle razze germaniche, la terribile guerra civile, la figura asiatica di Mitridate, Mario nascosto nelle paludi di Minturno, Mario profugo, seduto sulle rovine di Cartagine, Mario vecchio di settantadue anni che entra trionfante a Roma, l'uccisione dei fautori della proscrizione e, cosa strana, la morte tranquilla di un tal uomo; tutto ciò mi passava dinanzi come una lanterna magica e si accordava meravigliosamente col paesaggio.

O Mario, che valsero i tuoi trionfi contro i Cimbri e i Teutoni, e che cosa valsero quelli del tuo fiero avversario Silla contro Mitridate? Andate perpetuamente maledetti, però che voi foste la rovina di Roma.

Essi, tremanti sempre davanti a qualunque prepotenza, non ponno pesare al cospetto di quelle macerie ove prestando l'orecchio s'ode ancora l'eco delle maschie ed eloquenti favelle che parlavano ai figli di Marte quando decidevano se un re dei Cimbri, uno delle Gallie od uno della Mauritania doveva trascinare il carro del trionfatore repubblicano.

Un gran rimescolio, una gran contesa ribolliva in tutto il settentrione dalle fonti dell'Indo fino alle bocche del Danubio, tra le genti dette gog e magog, geti e massageti o piú modernamente sciti, e quelle dette gomer, kimri, cimbri o cimmeri. Le prime, piú orientali, cacciarono e spinsero le seconde in Europa.

Allora, vi fu mandato il vincitor di Giugurta, Mario; il quale vinse i teutoni in una gran battaglia sul Rodano all'Acque Sestie, e i cimbri poi in una non minore, che si disputa se sull'Adige o sulla Toccia. La penisola nostra fu salva. I cimbri si dispersero e confusero tra i teutoni e i consanguinei settentrionali. Mario.

Que' gomer, kimri, cimbri o cimmeri, che vedemmo invaditori dell'Eusino alla Gallia e alla Britannia ed a noi fin da tre secoli addietro, convien dire che avesser lasciato allora gran parte di nelle sedi primiere; ed è naturale: i kimri o gomer furono una grande schiatta primitiva.

Intanto, sulla piazza di Arpino, la cosa cui meno si pensasse quel giorno, 4 ottobre, era certo la storia romana; poichè ricorrevano l'onomastico del re Francesco II ed il genetliaco della regina sua consorte ed i ritratti della giovine coppia reale stavano esposti in una specie di loggia del palazzo municipale e così si ammirava l'immagine di una graziosa principessa bavara, di una figlia di quei Teutoni e di quei Cimbri vinti un giorno dal terribile Mario. Sulla stessa piazza sorge un grande edificio, nella cui facciata stanno entro apposite nicchie i busti di Mario, di Cicerone e di Agrippa, poichè anche quest'ultimo, secondo i buoni Arpinati, nacque nella loro citt

«In ogni tempo, in ogni contrada i patrizii hanno perseguitato implacabilmente gli amici del popolo; e se per caso alcuno ne sorse nel grembo loro, sopra di questo particolarmente percossero, studiosi d'incutere spavento con la grandezza della vittima. Così periva l'ultimo dei Gracchi per la mano dei patrizii; ma giunto dal colpo fatale, lanciò un pugno di polvere contro il cielo prendendo in testimonio gli Dei immortali, e da quella polvere nacque Mario. Mario, meno grande per avere sterminato i Cimbri, che per avere abbattuto in Roma l'aristocrazia della nobilt

«Da questo Mario, da questo Arpinate d'infima condizione, da quest'uomo tenuto in Roma come ignobile, da questo candidato poco meno che dileggiato, sorse quel Mario che soggiogò l'Africa, che trascinò il re Giugurta avvinto al suo carro, che debellò le orde dei Teutoni e dei Cimbri che entrò ben due volte sul carro del trionfo in Roma che fu sette volte console e che da proscritto diventò promotore di proscrizioni.