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Aggiornato: 1 giugno 2025
<<Omai>>, diss'io, <<non vo' che piu` favelle, malvagio traditor; ch'a la tua onta io portero` di te vere novelle>>. <<Va via>>, rispuose, <<e cio` che tu vuoi conta; ma non tacer, se tu di qua entro eschi, di quel ch'ebbe or cosi` la lingua pronta. El piange qui l'argento de' Franceschi: "Io vidi", potrai dir, "quel da Duera la` dove i peccatori stanno freschi".
<<Omai>>, diss'io, <<non vo' che piu` favelle, malvagio traditor; ch'a la tua onta io portero` di te vere novelle>>. <<Va via>>, rispuose, <<e cio` che tu vuoi conta; ma non tacer, se tu di qua entro eschi, di quel ch'ebbe or cosi` la lingua pronta. El piange qui l'argento de' Franceschi: "Io vidi", potrai dir, "quel da Duera la` dove i peccatori stanno freschi".
Gli parve infine fosser voci di viventi, favelle d'uomini, nitriti di cavalli; affrettò il passo più ancora; gli si scoperse alla fine una numerosa schiera d'uomini, che, preceduti da più guide, s'affannavano a guadagnare il sommo della montagna. Era la gente condotta dal marchese Palavicino.
ombre portate da la detta briga; per ch'i' dissi: <<Maestro, chi son quelle genti che l'aura nera si` gastiga?>>. <<La prima di color di cui novelle tu vuo' saper>>, mi disse quelli allotta, <<fu imperadrice di molte favelle. A vizio di lussuria fu si` rotta, che libito fe' licito in sua legge, per torre il biasmo in che era condotta.
<<Se l'altre volte si` poco ti costa>>, rispuoser tutti <<il satisfare altrui, felice te se si` parli a tua posta! Pero`, se campi d'esti luoghi bui e torni a riveder le belle stelle, quando ti giovera` dicere "I' fui", fa che di noi a la gente favelle>>. Indi rupper la rota, e a fuggirsi ali sembiar le gambe loro isnelle.
<<Se l'altre volte si` poco ti costa>>, rispuoser tutti <<il satisfare altrui, felice te se si` parli a tua posta! Pero`, se campi d'esti luoghi bui e torni a riveder le belle stelle, quando ti giovera` dicere "I' fui", fa che di noi a la gente favelle>>. Indi rupper la rota, e a fuggirsi ali sembiar le gambe loro isnelle.
La prima di color di cui novelle Tu vuo' saper, mi disse, quelli allotta Fu inperadrice di molte favelle ¶ Semiramis fu moglie del re Nino, la quale, dietro alla morte di lui, gran tempo in paesi d'Asia e d'Africa con sì grande abito di lussuria resse, che per legge cotale volont
Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l'aere sanza stelle, per ch'io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d'ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s'aggira sempre in quell'aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira.
«Omai», diss’ io, «non vo’ che più favelle, malvagio traditor; ch’a la tua onta io porterò di te vere novelle». «Va via», rispuose, «e ciò che tu vuoi conta; ma non tacer, se tu di qua entro eschi, di quel ch’ebbe or così la lingua pronta. El piange qui l’argento de’ Franceschi:
«O anima che tanto ben favelle, dimmi chi fosti», dissi, «e perché sola tu queste degne lode rinovelle. Non fia sanza mercé la tua parola, s’io ritorno a compiér lo cammin corto di quella vita ch’al termine vola». Ed elli: «Io ti dirò, non per conforto ch’io attenda di l
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