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Aggiornato: 1 giugno 2025
Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l'aere sanza stelle, per ch'io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d'ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s'aggira sempre in quell'aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira.
Ruzzan torbide intorno, e son cotante, Sì varie son di fogge e di favelle, Di color, di costume e di sembiante, Che tante voci non udì Babelle: Quante locuste ebbe l'Egitto, o quante Zanzare ha il luglio assai son men di quelle; E ciascuna di lor tanto un dì gracchia, Quanto un anno non fa corvo o cornacchia.
Esso parlava ancor de la larghezza che fece Niccolo` a le pulcelle, per condurre ad onor lor giovinezza. <<O anima che tanto ben favelle, dimmi chi fosti>>, dissi, <<e perche' sola tu queste degne lode rinovelle. Non fia sanza merce' la tua parola, s'io ritorno a compier lo cammin corto di quella vita ch'al termine vola>>.
Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l’aere sanza stelle, per ch’io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d’ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s’aggira sempre in quell’ aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira.
Invano cercheremmo voci nelle favelle della terra che valessero a ritrarre quella immagine di belt
Rigetta il tuo nome e i tuoi ricordi, e seguimi: ti condurrò per strade di delizia: t’insegnerò le magiche favelle dei fiori, ed il cammino delle stelle. Ed io Re Lear e tu sarai Cordelia bionda, perduti in selve millenarie; e degli alberi l’anima e dell’acque nascer
«O anima che tanto ben favelle, dimmi chi fosti», dissi, «e perché sola tu queste degne lode rinovelle. Non fia sanza mercé la tua parola, s’io ritorno a compiér lo cammin corto di quella vita ch’al termine vola». Ed elli: «Io ti dirò, non per conforto ch’io attenda di l
Essi, tremanti sempre davanti a qualunque prepotenza, non ponno pesare al cospetto di quelle macerie ove prestando l'orecchio s'ode ancora l'eco delle maschie ed eloquenti favelle che parlavano ai figli di Marte quando decidevano se un re dei Cimbri, uno delle Gallie od uno della Mauritania doveva trascinare il carro del trionfatore repubblicano.
ombre portate da la detta briga; per ch'i' dissi: <<Maestro, chi son quelle genti che l'aura nera si` gastiga?>>. <<La prima di color di cui novelle tu vuo' saper>>, mi disse quelli allotta, <<fu imperadrice di molte favelle. A vizio di lussuria fu si` rotta, che libito fe' licito in sua legge, per torre il biasmo in che era condotta.
ombre portate da la detta briga; per ch’i’ dissi: «Maestro, chi son quelle genti che l’aura nera sì gastiga?». «La prima di color di cui novelle tu vuo’ saper», mi disse quelli allotta, «fu imperadrice di molte favelle. A vizio di lussuria fu sì rotta, che libito fé licito in sua legge, per tòrre il biasmo in che era condotta.
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