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Aggiornato: 14 giugno 2025
Lalla ci teneva molto che il Vharè le facesse la corte; ma era stata presa dalla vanit
Quando ritornò nel camerino dei nobili, il Vharè cominciò a lodare le innovazioni del palcoscenico, la ricchezza dell'illuminazione, la bellezza e il buon gusto delle signore di Borghignano, e notò che i cori erano meno stonati dei cori dell'Apollo. Insomma, voi altri qui a Borghignano concluse sapete far le cose per bene. Si direbbe di essere in una piccola capitale!... Allora ricominciò l'assalto col vino, coi sigari e col thè. Giacomo ebbe anche l'amabilit
Ebbene, in tal caso, puoi fare un piccolo sacrificio alla tua mamma: quel Vharè, mandalo a spasso! Sar
Il Vharè, per Lalla, non era mai stato indifferente: perchè? chi sa!... Forse fra quelle due nature dal sangue guasto, esisteva una corrente simpatica: certo è poi che la fama di scapestrato, di Don Giovanni adorato dalle donne e temuto dagli uomini, fama ch'egli non s'era scroccata, costringeva Lalla ad ammirarlo. Anche gli scandali eleganti, sollevati dai suoi amori colla diva Soleil, riconfermata per quel carnevale da un impresario di Roma, eccitavano continuamente la sua attenzione e la sua curiosit
Giorgio era seccato, pareva sospettoso. Appena Lalla si metteva a discorrere col Vharè, egli diventava serio, stava attento, e subito, e non sempre con abbastanza disinvoltura, correva a mettersi in mezzo fra di loro. Lalla scorgendo quelle ansiet
La generalessa e la Bertù gli avevano tolto il saluto; il Toscolano riferiva che il Vharè andava tutti i giorni a desinare a scrocco dalla Soleil; i due Lastafarda, quantunque gli facessero il bello sul muso, perchè avevano paura di buscarsi una sciabolata, ne dicevano di cotte e di crude sul suo conto.
La sera dopo, il Vharè si vide chiudere sul naso la porta del palcoscenico; ma non si turbò: fece subito chiamare l'Assunta perchè avvertisse la padrona, e Andreina, in tale circostanza, si mostrò la figlia... di sua madre. Non si degnò nemmeno di venire a patti coi signori della Direzione, i quali si erano chiusi nel loro palchetto riservato, aspettando la fine della burrasca.
Fu Giorgio, il primo, a riconoscere il Vharè e ad indicarlo agli altri, dopo aver salutato con un cenno cortese del capo, perchè, adesso, gli spiaceva di essere stato ingiustamente freddo con lui e quasi sgarbato.
Il Vharè si alzò, rispondendo al saluto di Giorgio, e si avvicinò alla tavola della contessa Della Valle: strinse la mano a tutti e a Lalla, naturalmente, prima di tutti, senza mostrare il minimo turbamento; e dopo aver complimentato il loro arrivo a Torino, cominciò a discorrere del Morelli, del Michetti e di Satanella, un dramma nuovissimo che si recitava al Gerbino con grande successo.
Con un cenno del capo sorrise appena al Vharè, poi ritornò attentissima al dramma, rimanendo immobile, ed esprimendo una commozione vivissima. Il dramma, che in quel punto cominciava a diventare assai interessante, rappresentava una delle più ardite, delle più arrischiate variazioni sul tema eterno dell'amore.
Parola Del Giorno
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