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Aggiornato: 14 giugno 2025
Per due o tre mesi: non si sa quando ritorneranno. Il Vharè guardò fisso il portinaio e gli sembrò di scorgere sotto una cera umile e rispettosa un sorrisetto maligno.
Per quella madre, Sandro, il Vharè, la Nena erano tutti colpevoli, odiosamente colpevoli, ma sua figlia no, o, almeno, non pensava alla sua parte di colpa; sua figlia non la vedeva altro che in pericolo. Corse nella sua camera, si buttò addosso una mantelletta nera, un velo fitto sugli occhi, e si avviò verso la casa del Vharè.
Questo... come il resto... tutto prova che non mi vuoi bene; rispondeva il Vharè secco secco. Lalla cercava di persuaderlo del contrario, ed egli a lungo andare non aveva più il coraggio d'insistere, sebbene sentisse che quella donnina non era ancor sua, che non la teneva ancora ben stretta fra le sue mani e che, anzi, da un momento all'altro gli poteva sfuggire.
A Giacomo pareva di attraversare un androne buio, interminabile, spirante un'auretta fresca e profumata. D'un tratto il servo si fermò, e sollevando con la mano la tenda di una portiera, inchinandosi fe' cenno al Vharè di accomodarsi in un salottino dove c'era ancora più buio che nelle altre sale. Giacomo entrò, ma poi si fermò su due piedi, aspettando che gli occhi si abituassero nell'oscurit
Lì, in mezzo a loro, sebbene straniero a tutti quegli affetti, c'era pure un altro cuore che batteva con violenza alla vista del marchese di Vharè: il cuore di Alessandro Frascolini. Il direttore dell'Omnibus si era recato poco prima sul palcoscenico per offrire alla diva l'omaggio del pubblicista e l'ammirazione del compagno d'arte.
Quella sera egli non sapeva staccarsene. Sì. Fra un'ora, sai; non di più. Addio cara. Addio, Nino; vieni presto. Il conte Della Valle se ne andò col suocero. Lalla non sapeva, davvero, dove il Vharè si fosse nascosto; non lo vedeva più. Tuttavia, lo sentiva... Era lì... lo sentiva. Era lì presso... aspettando il momento di trovarla sola.
Allora, per vendicarsi o per distrarsi, ritornava più accalorato presso la Haute-Cour, lusingandosi che sua moglie notasse come a lui, spento il focolare domestico, riuscisse facile di riscaldarsi ugualmente. Un'altra visita che Maria sopportava con rassegnazione era quella del marchese di Vharè.
Eh! cherchez la femme, cherchez!... Cercate la donna, cercate! Si strinsero la mano e si guardarono in viso, tutti e due. Il Vharè se ne andò presto con la Bertù e col Rebaldi. Egli sperava di sfuggire all'occhio maligno di Pier Luigi, ma aveva cominciato troppo tardi ad essere prudente; quella sua visita a Lalla, così prolungata, determinò e precipitò la catastrofe.
Risoluta, con passo fermo, sicuro, non sentendosi più nemmeno ammalata, arrivò alla casa del Vharè. Appena dentro alla porta, in fondo alla scala, c'era di guardia il vecchio servitore di Giacomo. Da che parte si va dal vostro padrone? Non è in casa rispose l'altro, un po' turbato. E in casa, è in casa. Accompagnatemi dal vostro padrone, subito. Andate, presto!... Andate avanti; dov'è?
Giacomo le offrì il braccio, e lei, nel passar di sotto colla mano, trovò il destro di pungerlo forte, fin nelle carni, colle sue unghiette di madreperla, così bene affilate. Il Vharè impallidì, poi sorrise, premendo col suo braccio il braccio nudo della duchessina. La pace era fatta.
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