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Aggiornato: 14 giugno 2025


Perdonami!.... Ti domando; perdono!... Che hai da dirmi?... Lalla tenne ancora il musino, per un momento, ma poi fissò Giacomo, sorrise, gli si avvicinò di nuovo e passando un braccio sotto quello di lui, colla testina bassa, gli disse pianino pianino, giocando con una mano colla catenella dell'orologio del Vharè: Mi confesso, non è vero?... ... ...

Allora non era più antipatia, non era più ripulsione che il Vharè destava in lei; ma lo odiava coll'odio quasi feroce della donna disamorata che ha ceduto in un momento di debolezza o di abbandono dei sensi.

Il Vharè non era un novellino, e capì subito che il capitalista, prima di concludere, aveva voluto assumere informazioni, e che queste erano state cattive.

Dunque?... Domani?... le chiese il Vharè, sottovoce. Lalla lo guardò appena, timida, amorosa, poi palpitando più forte e premendogli il braccio con le dita della mano, ch'ella vi aveva appoggiata, chinò il capo senza rispondere. Alle due? insistè l'altro. La duchessina non lo guardò, ma rispose un lento, quasi inintelligibile, che corse con un brivido per le vene di Giacomo.

Fra le altre, il Lastafarda juniore contava questa: suo fratello aveva dato mille lire al Vharè sulla parola, e non gli era stato più possibile di riaverle.

Il Della Valle aveva preso in affitto, per quell'autunno, il villino del marchese di Vharè, i cui affari andavano sempre di male in peggio, e che adesso da Monte Carlo era passato a Roma per far la corte ad una celebre contralto dell'Apollo.

Infatti, sopra un poggio, dietro un filare di platani. Maria e il Vharè, a cavallo, aspettavano il paesaggio del treno. Pareva che l

Quando Lalla fuggì via da lui, piantandolo in quel brutto modo, essa aveva distrutta la sua ultima illusione, aveva distrutto il suo ultimo amore, destandolo, bruscamente da un sogno romantico; e il Vharè era troppo uomo e troppo esperto per riaddormentarsi di nuovo.

Si era combinato, che i Della Valle sarebbero andati in campagna subito, il giorno dopo, e che Maria e il Duca li avrebbero raggiunti nella settimana. Appunto, per essere tutti uniti, anche gli sposi andavano a Santo Fiore: questi, per altro, nel Villino che Giorgio Della Valle aveva comperato dal Vharè.

Giacomo pensò subito di avvicinarlo e di fermarlo: così almeno sarebbe uscito dall'incertezza. Giorgio era un carattere troppo franco e sincero, per saper fingere, per saper simulare. Il Vharè attraversò la strada col cuore sospeso, ma con piglio risoluto. Buon giorno, conte! Oh, buon giorno, marchese. Si possono aver notizie della contessa Della Valle? Sta benissimo, grazie.

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