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Aggiornato: 14 giugno 2025
In quel tempo, ricomparsa Lalla a Borghignano, si ritornò a discorrere dei suoi amori col Vharè, e la notizia giunse naturalmente anche alle orecchie del direttore dell'Omnibus, il quale, allora, ritornando a perdere le speranze, ritornò ad odiarla e d'un odio ancor più feroce di prima, perchè oltre di non amarlo più lui, Lalla adesso faceva peggio, ne amava un altro.
Adesso non era più ambiziosa del Vharè, anzi evitava tutte le occasioni di farsi vedere insieme, perchè ne sentiva quasi vergogna. L'opinione pubblica di Borghignano lo aveva bello e spacciato. Lo sfuggivano tutti, lo guardavano d'alto in basso, e al club cercavano un pretesto per mandarlo via.
Lalla e il Vharè s'erano data l'intesa di ricongiungersi a Borghignano nella prima domenica di giugno. In quella sera, per solennizzare la festa solita dello Statuto era stato disposto un gran concerto di beneficenza al teatro dell'opera.
Veramente, ce ne sarebbe stata forse anche una terza... da galantuomo almeno, se non da gentiluomo: lavorare. Ma a questa il Vharè non aveva pensato. Dunque, fuggire. Ma dove fuggire?... Come?... Ammazzarsi?... Sì; non gli restava che ammazzarsi, e non era molto per stare allegro.
Certi rispetti al passato, il pudore delle memorie essa non lo sentiva affatto. Un giorno, rovistando a caso in uno scrignotto, le era corso fra le mani l'anellino di Sandro, e Lalla, anche un po' per liberarsene lo affidò in deposito al Vharè, facendogli credere che lo aveva ricevuto in dono, per la sua prima comunione, dalla zia di Genova; la famosa marchesa vecchia e sorda.
E il Vharè, quantunque non lo sapesse, lo prevedeva.
Lalla aveva perduta ogni prudenza: parlava troppo, e sempre a bassa voce, col Vharè. Negli intervalli gli si appoggiava al braccio con languido abbandono e, quasi sempre, distratti tutti e due, erano chiamati all'ordine dalle altre coppie.
Tuttavia si mostrò lieta, e sonò, perchè avvertissero subito la Giulia. Il Vharè era proprio spacciato. Sicuro; vengo da Viareggio... vengo. Ho per te e si rivolse a Lalla i saluti della Raimondi, della Rescalvi e della Vigofanti; sicuro. Sì sperava che saresti venuta a Viareggio, ma... Tò, tò, tò, guarda chi vedo! Il nostro caro marchese!... A Borghignano, voi?!... Ma, come mai?... Eh! Eh!
Il marchese di Vharè entrò l'ultimo: la festa era gi
Il racconto piacque tanto alla piccina, che essa da quel giorno scelse il marchese di Vharè per suo sposo, e fu il principe Incantevole di tutti i suoi castelli fabbricati in aria. Però, quando egli era in villa dalla duchessa, e passeggiava in giardino, Lalla prima lo spiava nascosta: poi, tutto ad un tratto, gli appariva dinanzi rossa e balbettante.
Parola Del Giorno
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