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Aggiornato: 12 giugno 2025


119 Credo che t'abbia la Natura e Dio produtto, o scelerato sesso, al mondo per una soma, per un grave fio de l'uom, che senza te saria giocondo: come ha produtto anco il serpente rio e il lupo e l'orso, e fa l'aer fecondo e di mosche e di vespe e di tafani, e loglio e avena fa nascer tra i grani.

L'amore è sempre stato uguale sulla terra, ce lo dimostra l'adolescente degli antichi, che porta le ali sul dorso, e la benda sugli occhi. L'innamorato continua sempre i suoi voli senza saper ove vada; esso non conosce gli ostacoli che quando vi batta sopra col capo, come le vespe alle invetriate.

Le Cronache drammatiche, apparse ieri l'altro, somigliano al Moschettiere e alle Vespe in questo soltanto: saranno un opuscolo settimanale scritto tutto da Edoardo Boutet e si occuperanno unicamente di cose riguardanti il teatro. Arrivano in buon punto.

Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l’ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto. Incontanente intesi e certo fui che questa era la setta d’i cattivi, a Dio spiacenti e a’ nemici sui. Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi e stimolati molto da mosconi e da vespe ch’eran ivi.

E lui? che ti ha risposto? Ah, se tu lo avessi veduto, che muso! Come? mi ha gridato, fermandosi sui due piedi. E chi è Lei, per darmi di queste lezioni? Sono, gli ho risposto, un gentiluomo che rende giustizia ai meriti della contessa, e Le confesserò candidamente di esser rimasto preso all'incanto delle sue grazie. Lei scherza; ed io non son uomo da scherzi. Nemmen io, sa? E non mi rompa la testa per una lettera cieca che ha ricevuta. Se avesse senno, prenderebbe per un orecchio, l'un dopo l'altro, tutti coloro che Le vengono per casa, e li metterebbe inesorabilmente fuori dell'uscio. Inoltre, poichè Le ha dato noia l'acqua tiepida, non dovrebbe aspettare la calda, e dovunque Le piacesse di andare a curar la salute, dovrebbe condurre la sua signora con . In coscienza, quando si ha nel giardino una vite moscadella come la sua, non si lasciano andare e venire comodamente le vespe. Ella mi render

Se fu ne' grandi corpi molto industre Natura, ove mirabil officina corcò, quanto piú parmi saggia e illustre fingendo l'apa in forma piccina! l'apa sol, ma ciò ch'umor palustre nudrisce, dico, o riscaldata brina, donde sbucarse veggio tarli e culci, vespe, cicade, mosche, ragni e pulci.

Quelle farfalle sono insetti, ossia appartengono a un genere di animaletti chiamati insetti. Gl'insetti sono molti: rifacciamoci dal nominare i più comuni, i più conosciuti: le mosche, le formiche, le vespe, le zanzare, le pulci, ecc. Quasi tutti questi animalini sono provvisti di sei zampette articolate e portano sul capo due antenne, che essi piegano e muovono a piacere.

Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l'ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto. Incontanente intesi e certo fui che questa era la setta d'i cattivi, a Dio spiacenti e a' nemici sui. Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi e stimolati molto da mosconi e da vespe ch'eran ivi.

La descrizione che il retore d’Antiochia tratteggia della Corte di Costanzo è ancor più spaventosa di quella di Ammiano. «Vi si vedeva una folla oziosa, sfacciatamente mantenuta, mille cuochi, in numero non minore i barbieri, ancor più numerosi i coppieri, sciami di scalchi, di eunuchi, più fitti delle mosche sugli armenti in primavera, e innumerevoli vespe d’ogni specie.

Parola Del Giorno

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