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E perché poi nell'ultima metá del secolo quinto cessò a un tratto questo gran fiorire della coltura cristiana, perciò apparisce sopratutto che quella scusa, quel quasi vanto di essere stata distrutta da' barbari che si da alcuni alla coltura antica, non a lei, ma veramente si può, si dee dare alla sola coltura cristiana.

Lorenzo da parecchi giorni era cupo, irrequieto, come uomo assalito ad un tratto da molesti pensieri. E peggio che molesti pensieri, erano sventure che incalzavano d'ogni parte. La povert

Che cosa guardate? gli domandò Fausta d'un tratto. La bellezza della contessa pareva scintillare sotto il sole; i capelli neri avevan riflessi azzurrini e gli occhi cilestri esprimevano una dolce ingenuit

Solo il duca Francesco, che camminava a paro col Palavicino, gli disse un tratto a voce sommessa e come di fuga: Il Morone mi ha fatto parola del Lautrec; in castello mi dirai tu il resto. E tenendo stretta la mano del Manfredo con un'affabilit

Ah! signore, perdonateci innanzi tratto perchè noi siamo ignoranti, e non sappiamo altro che guardare alle nostre sicurezze. Questi quattro compagni sono scesi appunto per aiutarmi a legarvi... La comitiva, gridò la voce dall'alto, prosegua il suo cammino. Il Conte Cènci ha da restare con noi.

Fu ben maliziosamente ingiusto colui, che trattò le vittorie del 60 di facili vittorie, vinte dai liberi italiani sulle truppe borboniche indigene e straniere! Io vidi alcune pugne nella mia vita, e devo confessare che le battaglie di Calatafimi, Palermo, Melazzo, e primo ottobre, fanno onore ai militi che vi presero parte, e furon disputate con molto valore.

Naturalmente io aveva fatto allestire un pranzerello più appetitoso dell'ordinario. Il mio sconosciuto mangiò per quattro, non cessando di ripetere ad ogni tratto: non son venuto per il pranzo... e poi... com'ella vede... sono uomo che mi accontento di tutto.... si sa bene... pranzi di famiglia!... eh! anche noi non si sciala! ecc., ecc.

Ché pure, in vero, non potrei tenergli senza peccato; e forse ancora, un tratto, glieli rendeva io istesso. CRISAULO. Mal per lui, se stava a questo!

Quando io scriveva le precedenti pagine, non poteva prevedere quale stupendo sviluppo fosse per prendere in breve volger d'anni la storia della mia patria. La folle dichiarazione di guerra di Napoleone III, derivata dal culto barbarico per l'idolo militare che ancora perdura in Francia, ha prodotto conseguenze di primaria importanza storica. L'intelligenza e la forza della nazione tedesca spezzarono la temuta potenza della Francia imperiale come una canna marcita. L'imperatore francese, i suoi generali, i suoi marescialli, il suo grande esercito, una volta terrore del mondo, come per una malìa, son fatti d'un tratto prigionieri di guerra. Il grande Impero francese si dissolse in polvere al tocco elettrico dello spirito nazionale tedesco, ed il papato, l'antico papato imperiale e millenario, si piegò anche esso inaridito ed inerte. Il re-papa latino e lo imperatore latino precipitarono insieme, ed in cospetto di Parigi assediata, nella notte di Natale del 1870, 1070 anni dopo Carlomagno, l'Impero, potenza nazionale tedesca, è ritornato alla dinastia protestante degli Hohenzollern. La fine dell'Impero nel 1806 appare oggi dunque soltanto come il principio di un interregno, il più lungo che la storia tedesca conosca. Ora noi incominciamo la riforma politica della Germania. E' sorprendente e bello poter oggi considerare la tenacia e la durata dell'idea imperiale, che è divenuta ora mirabile espressione del principio moderno della libert

A noi italiani per altro non riesce nuovo, da che l'Alfieri lo trattò piú ampiamente nella migliore delle sue prose.