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Aggiornato: 3 maggio 2025


Ma verso lui ch'a ripugnar s'accinge Più il glorioso vincitor s'adira, E ne la gola il duro acciar gli spinge, Ed ivi tienlo fin che vivo il mira: Gli occhi travolve e di pallor si tinge Freddo Ottoman e sul morir sospira La cara vita e la fortuna andata, E via più ch'altro la bellezza amata.

Allora, tienlo a mente, di pieno giorno, all'improvviso, veggo il corridoio illuminarsi con luce più splendida della solare e sento sùbito un fruscio di passi e di stoffa.... Ho avuto paura!... Mi son messo a gridare: No! No!... Basta! coprendomi gli occhi con le mani. Tremavo come un bambino, sudavo freddo.

Ma fa' pure quel che ti par; ché tu predichi, appunto come facea quell'altro, nel diserto. Ché anzi voglio morir: ch'è meglio assai morir ricco che viver poi stentando in povertá. Non ne farem niente. Guarda la gamba, che mi lasci mettere nel giubbon del comune! CRISAULO. Tienlo! piglia! Pigliatel presto, ché 'l vo' fare or ora appicar, cosí caldo, per la gola. È cotto, e vuol fuggire! È dato giú.

DOTTORE. Balla, salta e fa atto da pazzo. MANGONE. Filace, tienlo che non ti scappi, ché ne scapperebbe la speranza di non averne a sapere mai piú il fatto come è passato. DOTTORE. Finge il muto e il sordo. MANGONE. Dubito che da dovero non sia sordo e muto. DOTTORE. Parlagli con i cenni e con le mani, se forse t'intende. MANGONE. Appunto. Bisogna parlargli con le mani da dovero.

«No, no: è forza ch'io gli stia vicino.... lasciatemi, vi dico,» e scotevasi «lasciatemi.... vi comando.... vi prego.» «Non vi accostate, Cavaliere, che vi farò mal giuoco; non sapete che il Diavolo scotta? Eh! dico, Puccio, tienlo sodo, e tu Giannozzo,...»

Il povero Pietro, balbettò Matteo ansando, sudando, cercando di sollevarlo e di tenerlo fermo. Ha le convulsioni! Diventa matto! Aiutami, Gioconda!... Evelina! Prendi dell'acqua! Dell'aceto! Una di quelle bottiglie di cognac che ho mandato dal Cova per il pranzo! Evelina corse a prendere la roba: Matteo e la Gioconda portarono Pietro sul canapé. Tienlo forte, Gioconda!

Va via? Sta bene. I miei figli mi scacciano dal seno loro... mi bandiscono dalla mia casa andrò. Ma tu almeno, soggiunse Giacomo volgendosi al fantolino che Luisa aveva riposto nella culla, innocente creatura, che gli uomini non hanno ancora potuto avvelenare... tu che sentirai vergine il grido della natura, ricevi il mio amplesso, e tienlo come la unica eredit

Lasciami, te ne priego, far giusta vendetta e che tal peste togli a davanti a chi, non cognoscendo com'io fosse per essere ingannato... Lascia! lascia! ché questo non è 'l primo. Non ti varranno... COMPAGNI. Resta! resta! sta'! Tienlo. Non odi? Toglili quell'arme. E che volevi far? Poco cervello! Pórti con una... FILOCRATE. Lascia, oimei! ché vo' sfondar quell'uscio e le fenestre.

BALIA. Non t'ho detto io ch'appena era di due anni quando le fu tolto? e io le ho inteso dir mille volte che se lo vedesse non lo riconoscerebbe. ANASIRA. Iddio le faccia succedere ogni cosa come desidera. Ti vo' lasciare, a dio. BALIA. Tienlo secreto, sai: tu vedi quanto importa. ANASIRA. Se non l'hai potuto tener secreto tu che t'importa, come lo posso tener secreto io che non mi si nulla?

Chi è? domandò appena ebbe schiuso l'uscio, e subito soggiunse: è lo zio Giusto. Non sono tuo zio, ma tuo cugino, tienlo in mente... Il babbo dice che sei zio, ma se tu vuoi essere mio cugino, lo preferisco quasi; vieni pure, ma il babbo sta male, perchè ieri ha lavorato troppo... L'altro usciere mi ha detto che ieri ha mangiato.... e gli ha fatto male.

Parola Del Giorno

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